Aprono a Morigerati, Felitto e Roscigno i primi centri di raccolta dei cinghiali abbattuti dai selecontrollori
| di Antonio VuoloAprono nel Cilento i primi centri di raccolta dei capi di cinghiale abbattuti dai selecontrollori. Entra così nel vivo un progetto, legato alla commercializzazione delle carni di cinghiale, che era stato annunciato negli anni addietro, ma non era poi ancora partito. I primi tre saranno attivati a Felitto, Roscigno e Morigerati. Poi, il quarto sarà attivato a Cuccaro Vetere. Da qui, poi, gli animali abbattuti saranno trasformati presso la “Valcarni” di Montesano sulla Marcellana, l’operatore economico già selezionato attraverso procedura pubblica per completare la filiera legata alla commercializzazione della carne di cinghiale.
E’ attesa giorni la firma della convenzione tra il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, i quattro Comuni e le associazioni che gestiranno i centri di raccolta per entrare nella fase operativa del piano, che scatterà entro i primi giorni di luglio. E’ stato risolto anche l’ultimo problema, quello relativo agli esami specifici (PCR) sulla pesta suina ai quali devono essere sottoposti i capi abbattuti, prima di entrare nell’azienda valdianese per la lavorazione. I prelievi eseguiti, infatti, possono essere processati solo presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, a Portici.
«Saremmo stati pronti anche prima senza quest’ulteriore problema sulla PCR emerso nell’ultimo periodo – spiega Cono D’Elia, già vicepresidente del Parco, che ha sempre seguito la questione cinghiali – In ogni caso, ora siamo pronti. L’Ente Parco si farà carico dei costi di gestione relativi alla gestione della PCR, che in un primo momento ovviamente non erano previsti».
Sul tema è intervenuto anche il commissario straordinario dell’Ente, Tommaso Pellegrino: «Era uno dei nostri obiettivi: trasformare una criticità in una opportunità – conclude il commissario straordinario dell’Ente Parco, Tommaso Pellegrino – Con l’apertura dei centri di raccolta dei capi abbattuti, finalmente può entrare nel vivo il progetto finalizzato alla commercializzazione della carne di cinghiale. Inoltre, ai 360 selecontrollori già operativi, se ne aggiungeranno altri 150 e, infine, abbiamo stanziato ulteriori fondi per l’acquisto delle recinzioni protettive a favore degli agricoltori danneggiati»
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