Arco Naturale Palinuro: il “muro della vergogna” sotto indagine della Corte dei Conti
| di Luigi Martino
E’ stato rinominato “muro della vergogna”, la costruzione (poi abbattuta) sulla spiaggia dell’Arco Naturale di Palinuro torna al centro delle polemiche e delle indagini. Dopo il sequestro da parte della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania e la successiva demolizione, la vicenda approda ora sulla scrivania della Corte dei Conti, che ha avviato un’inchiesta per verificare l’eventuale spreco di denaro pubblico.
L’attenzione degli inquirenti si concentra sulle spese sostenute per la costruzione e la successiva demolizione del manufatto, una struttura in cemento e sabbia alta circa un metro e lunga oltre cento metri, realizzata con una variante al progetto originario ma priva delle necessarie autorizzazioni. A sollevare dubbi e preoccupazioni sulla regolarità dell’intervento erano stati cittadini e associazioni ambientaliste, che già alla fine dell’estate avevano denunciato la presenza dell’opera difforme rispetto alle previsioni iniziali.
Indagini e interrogativi aperti
A seguito di numerose segnalazioni, la capitaneria di Porto di Palinuro aveva effettuato sopralluoghi e richiesto l’accesso agli atti al Comune di Centola, scoprendo che il muro era stato costruito senza le necessarie autorizzazioni. Le verifiche avevano portato a un blocco dell’intervento e alla demolizione del manufatto. Tuttavia, mentre l’inchiesta della Procura potrebbe essere stata archiviata, ora la Corte dei Conti vuole vederci chiaro sui costi sostenuti e sulle eventuali responsabilità amministrative.
Un altro nodo irrisolto riguarda il destino del materiale di scarto del muro abbattuto. Alcune segnalazioni riferiscono che cemento e detriti sarebbero rimasti sulla spiaggia, sollevando interrogativi sulla gestione del cantiere e sul rispetto delle norme ambientali. Le associazioni ambientaliste insistono sulla necessità di un piano di tutela più chiaro per l’area dell’Arco Naturale, una delle mete più suggestive della costa cilentana.
Verso la riapertura della spiaggia?
Nonostante le polemiche, l’amministrazione comunale assicura che i lavori per la messa in sicurezza dell’area proseguiranno e che la spiaggia, chiusa da anni, potrebbe riaprire entro l’estate. “L’iter amministrativo per la variante al progetto è stato completato e a breve sarà convocato un tavolo tecnico per la ripresa dei lavori”, fanno sapere dal Comune.
Ora la comunità e gli operatori turistici sperano in una soluzione definitiva che permetta di restituire alla collettività uno degli angoli più suggestivi del Cilento, evitando nuovi errori e garantendo una gestione trasparente e rispettosa dell’ambiente.
©Riproduzione riservata