Intervista a Mauro Trotta, impegnato nella ceramica vietrese
| di Marisa RussoIntervistiamo l’artista Mauro Trotta di Magliano Vetere, diplomato al liceo artistico di Eboli, con curriculum di mostre di grafiche, dipinti, fumetti e di realizzazioni di diversi murales culturali in vari paesi e città italiane, ma che si dedica negli ultimi anni alla ceramica di Vietri.
D: Mauro, sai che ho scritto ancora un articolo su di te, rammaricandomi del tuo dedicarti alla ceramica con consequenziale riduzione massima del tempo da dedicare all’arte, nonostante la tua bravura. Mi sembra inaccettabile inoltre che sei stato costretto a trasferirti per dedicarti alla ceramica di Vietri. Ti rivolgo quindi delle domande alle quali spero risponderai con assoluta sincerità!!! Confermi che ti sei dedicato alla ceramica di Vietri per avere un guadagno più sicuro e costante, che l’arte non permette??
R:Be’ questo è innegabile. Ma devo dire che ho anche investito su me stesso, contribuendo a far nascere e crescere un laboratorio in un periodo di crisi. Il periodo cosiddetto rigidamente “vietrese” è per me stato comunque un periodo non lungo, ora tento di introdurre anche altri stili più personali e non tralascio del tutto comunque l’attività pittorica a cui mi sono da sempre dedicato.
D: In Olanda, anni fa constatai che lo Stato, con certificazione di curriculum, che dimostrava un’attività creativa ed espositiva costante, stipendiava gli artisti, permettendo una serena attività. Se tu ti fossi trovato in questa situazione, avresti continuato ad esprimerti con espressioni artistiche, senza capitolare verso l’artigianato?
R: Posso aggiungere che anche in Giappone c’è una forma di tutela e rispetto assoluto anche per la figura del ceramista tradizionale che viene definito spesso “tesoro nazionale vivente”. Comunque io ho da sempre puntato sulle mie capacità cercando di coltivarle e crescerle, poi di viverci nonostante l’ambiente difficile… Io rubo ogni minuto che posso per dedicarlo al disegno ed alla pittura, non penso mai a quello che avrei potuto fare se avessi avuto un sostentamento per le mie attività. Ci credo, e faccio in modo che ci credano anche le persone che mi stanno vicino. Certo,ora riesco a partecipare solo a mostre collettive e da anni non preparo una personale, ma essere conosciuto e cercato anche e soprattutto come pittore, oltre che come ceramista, dà anche qualche piccola soddisfazione.
D: Sei meritevole, …….. ma pensare che l’Italia è la nazione dell’arte!!! Pensi che nel Cilento la situazione degli artisti rispecchia quella nazionale o è ancor più difficile???
R: Credo che, come in molti altri posti del Sud Italia, sia ancor più difficile vivere di arte nel Cilento. C’è chi ha conoscenza dell’utilità (per non dire indispensabilità) dell’arte nella vita quotidiana. Tuttavia, per molti l’arte è una cosa superflua, se non inutile…
D: Pensi che l’uso quotidiano della decorazione su terracotta ha cambiato la tua mano artistica, rendendo il segno più duro, meno sfumato, ecc???
R: Questo tu lo puoi vedere meglio di chiunque altro, ed in parte lo riconosco. Però aggiungo che ho acquisito in scioltezza di mano, freschezza e immediatezza nei colori e negli abbinamenti, in fantasia (almeno spero!). Inoltre il tanto esercizio quotidiano mi fa riconoscere anche nei murales, oltre che nei miei quadri più recenti, che il messaggio tende a diventare più diretto ed efficace.
D: Questa attività di ceramista ti ha costretto inoltre a trasferirti da Magliano Vetere a Mercato San Severino: ti è pesato questo trasferimento?
R: All’inizio non molto, ora lo sento di più. Sono una persona che parte volentieri e altrettanto volentieri torna alle proprie origini. Spero per i prossimi anni di poter lavorare sempre di più nel e per il Cilento, con cui non ho mai tagliato i rapporti e anzi mi fornisce sempre nuove occasioni, spero che il mio tempo aumenti (è sempre difficile ritagliarlo al laboratorio, la “nostra creatura” come la si chiama) e per aumentarlo devo rendermi più libero per potermi dedicare al murale, al ritratto ed a qualche mostra importante. Ringrazio te e come te chi ha da sempre creduto in me e nelle cose che faccio.
D: Senti inoltre i limiti alla creatività che la ceramica, in particolare di Vietri, pone??? Creati gli schemi standards, per altro posti molti anni or sono da una straniera, è difficile allontanarsi per richiesta del produttore e del mercato.
R: La mia esperienza in ceramica può definirsi atipica. Io ho portato in laboratorio la mia esperienza di pittore sviluppando il figurativo, l’arte sacra e il paesaggio, soprattutto della costiera amalfitana, ma anche di quello cilentano, su supporto ceramico anche di grandi dimensioni e per rivestimento di esterni. Accanto alla parte più strettamente pittorica, poi ho sviluppato la ricerca di antichi decori provenienti dalle antiche tradizioni ceramiche di tutta Italia e inoltre nuovi disegni e soluzioni coloristiche che per il supporto ceramico sono fondamentali.
D: Bisogna veramente complimentarsi con te, che tu possa essere un nuovo esempio per la ceramica di Vietri ed inoltre che tu possa costruire un nuovo laboratorio nel Cilento, con nuova originalità. Cosa diresti agli artigiani troppo “addormentati” su un cliché che blocca la creatività ?
R: Qualificarsi, crescere artisticamente è fondamentale! Inoltre è importante che gli artigiani si consorzino, puntando ai riconoscimenti di qualità e provenienza, soprattutto oggi che si cerca di tutelare l’origine del prodotto. Occorre fare tanta, ma tanta ricerca senza stancarsi. NON farsi la guerra tra poveri a suon di ribassi che riducono la qualità dei prodotti e della manodopera, ma allargare il mercato.
D: Ci lasciamo con la speranza di far nascere nel Cilento una nuova ceramica?
R: Vietri ha una storia che si deve rinnovare e bisogna fare non tante ma tantissime cose, ma è assolutamente importante creare anche altre realtà e “storie”artistiche, per esempio spero nel Cilento! Io mi sono arricchito di tante storie conosciute e ascoltate nel salernitano, purtroppo lasciate a decenni fa, di artisti di tutto il mondo che hanno vissuto momenti indimenticabili legati alla ceramica salernitana e vietrese e rimasti nella storia più o meno recente. Storie purtroppo ormai diventate rarissime. Ora bisogna incentivare gli artisti nel nostro territorio cilentano.
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