Leo Capobianco: un cilentano alla corte di Re Artù
| di Giuseppe GalatoSi chiama Leo Capobianco, classe 1984, originario di Torre Orsaia, e ha una passione per il fantasy che, da 7 anni a questa parte, l’ha condotto verso un percorso che suggella alla perfezione l’arte della creazione di oggetti fantasy all’artigianato della lavorazione del ferro.
Leo Capobianco è infatti una sorta di moderno mastro fabbro come quelli che si possono ammirare nei film ambientati durante il Medioevo.
L’ultima sua opera, ancora in via di realizzazione, sembra invece uscita dal film di George A. Romero “Knightriders”: una moto ricoperta da un’armatura disegnata dallo stesso Leo Capobianco con la quale si appresta a diventare a tutti gli effetti un knightrider cilentano.
Interessati a questa sua singolare forma d’arte abbiamo fatto qualche domanda a Leo Capobianco per capire quali sono le sue influenze e da cosa è ispirato il suo lavoro.
D: Com’è nata la tua passione per armi e armature?
R: È una passione che ho sempre avuto. C’è sempre stata. Credo che sia nata il giorno in cui sono nato io. Poi ho scoperto di averla grazie anche a film e a libri come “Le Cronache Di Camelot”, “Braveheart”, “Il Gladiatore” e “Il Signore Degli Anelli”.
D: Dove hai imparato a lavorare il ferro e a realizzare questi oggetti?
R: Non ho mai imparato, nel senso che nessuno me lo ha mai insegnato. Diciamo che sono andato avanti ad intuito e per tentativi.
D: Dacci maggiori dettagli sulla moto che stai realizzando.
R: La moto monterà un motore 650 che, con il serbatoio e le ruote, sono presi da altre moto. Il telaio, il parafango posteriore e le pedane con le leve del cambio e del freno posteriore sono fatte a mano da me. Ancora ci vuole un bel po’ di lavoro prima di provarla.
D: Lo fai solo per hobby o hai intenzione di presentare i tuoi lavori a qualcuno o provare magari a commercializzarli?
R: Non è solo un hobby, è anche una cura. Se non costruisco qualcosa sto male. È sempre stato così. Ho iniziato con i giocattoli da piccolo e poi più sono cresciuto io e più sono cresciuti i giocattoli. Anche se mi sento molto legato ai miei lavori venderne qualcuno non mi dispiacerebbe.
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