Ascea, condannato il ‘re del cemento’: quattro anni a Bertolini e due alla figlia

| di
Ascea, condannato il ‘re del cemento’: quattro anni a Bertolini e due alla figlia

La Corte d’Appello di Salerno ha confermato la condanna per Giuseppe Bertolini, soprannominato il “re del cemento” di Ascea, e per sua figlia Marianna, rispettivamente a quattro e due anni di reclusione. La sentenza, pronunciata dalla Sezione Penale presieduta dal giudice Giuliano Rulli e con relatrice Emma Conforti, ha rigettato l’appello proposto dagli imprenditori cilentani, già condannati in primo grado dal Tribunale di Vallo della Lucania a marzo dello scorso anno.

Bertolini e la figlia sono stati ritenuti colpevoli di bancarotta fraudolenta nell’ambito del fallimento della loro società, la Beton Bert.

La battaglia legale e i risarcimenti

La Corte ha inoltre confermato il risarcimento dei danni alla Edil Cava di Battipaglia, impresa di proprietà di Liberato Naimoli, che si era costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Demetrio Fenucciu. La società battipagliese vanta un credito di 1,5 milioni di euro nei confronti dei Bertolini. L’entità precisa del risarcimento sarà stabilita dalla magistratura civile.

Una vicenda lunga oltre un decennio

Le accuse si riferiscono a fatti risalenti a oltre 12 anni fa. La vicenda ebbe inizio nel luglio del 2012 con la dichiarazione di fallimento della Beton Bert. Successivamente, le indagini coordinate dalla Procura di Vallo della Lucania e condotte dalla Guardia di Finanza portarono, nel novembre 2019, agli arresti e al sequestro di beni per un valore complessivo di 10 milioni di euro. Tra i beni sequestrati figuravano 59 fabbricati, 37 terreni e un impianto per la produzione di calcestruzzo con betoniere.

Distrazioni milionarie e operazioni illecite

Le indagini hanno accertato che Giuseppe Bertolini, oggi 74enne, avrebbe distratto 1,4 milioni di euro dal patrimonio societario, attraverso un contratto di leasing con una società bancaria per l’acquisizione di un immobile ad Ascea. Questo immobile era di proprietà di un’altra società, anch’essa fallita, appartenente al genero di Bertolini. L’operazione non portò mai al reale possesso del bene, causando un danno rilevante ai creditori.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata