Ascea, suicidio Jessica Sacco: assolto il fratello, condannato il papà
| di Luigi MartinoSi è concluso il 29 febbraio scorso il giudizio di primo grado relativo al suicidio di Jessica Sacco, 22enne di Mandia – frazione del Comune di Ascea – che si tolse la vita il 15 marzo 2015 lanciandosi dal balcone di casa, durante l’ennesima lite tra il fidanzato e i familiari. Il processo vede imputati il padre e il fratello della giovane per maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’evento morte e dai motivi abietti e futili; circostanze per le quali la legge prevede una reclusione dai 12 ai 24 anni.
Dopo le discussioni dell’accusa e della difesa, la Corte di Assise di Salerno – all’esito della camera di consiglio – ha letto in udienza il dispositivo-sentenza: assolto, con formula piena, il fratello di Jessica, 18enne all’epoca dei fatti, perché il fatto non sussiste condannato ad 1 anno e 4 mesi il padre (escluse tutte le aggravanti).
«Questa sentenza è un primo, importante passo verso l’accertamento della verità storica degli accadimenti – dichiara l’avvocato Antonello Natale -. Abbiamo trovato un Collegio giudicante estremamente sensibile e attento alle dinamiche dei fatti e del processo: lo dimostra la derubricazione dell’accusa, con la esclusione delle aggravanti inizialmente contestate – condivisa, invero, anche dalla Pubblica Accusa – all’esito della copiosa istruttoria dibattimentale. Ad ogni modo non ci fermeremo qui, proporremo appello finalizzato all’assoluzione anche del papà di Jessica. Siamo sereni, confidiamo nella giustizia e nel suo corso».
Si attendono ora le motivazioni della sentenza, per le quali la Corte di Assise si è riservata il termine di 90 giorni.
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