Città Aperta: concluso il “Raid in pedalò” dell’Unione Ciechi
| di Federico MartinoUna grande emozione e tanto entusiasmo hanno salutato sul lungomare di Ascea la conclusione dell’ultima tappa del “Raid in pedalò”, la manifestazione nazionale organizzata dall’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti, che ha visto la partecipazione di equipaggi giunti da tutta Italia, in “navigazione” lungo la Costa del Cilento, per un percorso che prevedeva sei tappe, con partenza dal mare di Paestum ed arrivo al mare di Elea ad Ascea.
Era la prima volta che la manifestazione, giunta alla decima edizione, si svolgeva in Campania.
Accolti dalla Banda musicale ed alla presenza delle autorità della Marina Militare, della Capitaneria di Porto e dei Carabinieri, nonché degli altri partners della manifestazione, dei funzionari dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità e dei dirigenti della Biblioteca italiana per ciechi “ R. Margherita “ di Monza , i “nostri amici”, in maglietta bianca, con i loro accompagnatori, si sono incontrati con gli amministratori di Ascea che attendevano sul Lungomare, con ansia, per la dovuta e sentita ospitalità, davanti a una festante folla di bagnanti.
Il succulento e prelibato buffet di benvenuto è stata l’occasione per un vivace ed accorato scambio di idee e di emozioni.
Nel pomeriggio l’amministrazione di Ascea aveva anche promosso una visita guidata agli Scavi di Elea-Velia, che la comitiva ha molto apprezzato, stupefatta e percorsa da sensazioni uniche e speciali.
I saluti finali hanno sintetizzato il carico di emozioni vissute in un Territorio unico per giorni indimenticabili.
L’anno prossimo la “flotta” dei non vedenti forse pedalerà nel mare Adriatico.
L’Amministrazione di Ascea, invece, proseguirà il suo percorso verso “Ascea-città aperta”, cioè verso un turismo ed un Territorio che sia accessibile a tutti, senza discriminazioni e senza barriere.
“Per questo s’intende realizzare un progetto di trasformazione sociale, urbanistica e, conseguentemente, economica, che – afferma il sindaco Mario Rizzo – deve passare attraverso una fase di sensibilizzazione per una vivibilità tutto l’anno che abbatta non solo le barriere architettoniche, ma anche quelle mentali” .
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