Ascea: “Il Piccolo Principe” approda sul pianeta scuola
| di Rosalia TancrediIl libro, tradotto in più di 125 lingue e stampato in oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo, considerato il capolavoro della letteratura per ragazzi e adatto a tutte le età perché affronta temi come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia, è stato letto in classe ed è poi diventato oggetto di studio per un lavoro più ampio, multidisciplinare, che ha stimolato i ragazzi a cimentarsi non soltanto nella recitazione, ma anche nella danza e nel canto.
La rilettura del racconto è stata impostata sull’amicizia, filo conduttore della rappresentazione teatrale. I bambini, attraverso i diversi personaggi protagonisti dell’opera, hanno lanciato messaggi di amore e indotto “i grandi” a riflettere sul vero significato della vita.
“L’essenziale è invisibile agli occhi” hanno ripetuto più volte, quell’essenziale che spesso i grandi, attratti dalle mille occupazioni quotidiane, non riescono a vedere e che, invece, i bambini con i loro gesti semplici, puri e spontanei, sono sempre in grado di regalare.
“Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla”, dice la volpe quando incontra il piccolo principe.
Ed è proprio quella volpe, diffidente con gli uomini, che di fronte all’ingenuità del protagonista decide di farsi addomesticare, creando così un indissolubile legame.
I legami, quegli strani fili capaci di congiungere due persone e poi tre e ancora quattro, cento, mille, intessono una fitta rete adatta a sorreggere quando si precipita, ideale per un lancio in aria quando si sta sprofondando.
Sono gli amici quei fili, a volte invisibili, ma resistenti, quelli capaci di consolare, di far sorridere, di aiutare chi è in difficoltà, quelli che spesso si incontrano proprio tra i banchi di scuola e rimangono per sempre, quelli che anche da grandi ricordano di essere stati bambini una volta.
Tra i diversi pianeti visitati, il piccolo principe si sofferma, dunque, anche a scuola ed è capace ancora una volta di ammaliare i bambini e di emozionare chi tanto piccolo non lo è più.
L’Istituto Parmenide così dà inizio ai diversi momenti ricreativi, ma sempre capaci di far riflettere, organizzati per fine anno, e prima di “tirare le somme”, quelle che porteranno alla tanto agognata promozione, gli alunni sono tutti “in scena” per dimostrare che la scuola è un’istituzione complessa, grazie alla quale non si impara soltanto a leggere e a scrivere, ma dove si mettono in campo e si valorizzano le potenzialità del singolo, insegnando allo stesso lo spirito di collaborazione e di coesione all’interno di un gruppo.
Le ore sono trascorse e l’orologio segna le 13:30. Il dirigente scolastico, Luciano Focilli, ringrazia i convenuti e invita l’assemblea a prendere parte ai prossimi eventi organizzati nei diversi plessi, per poi ritrovarsi tutti l’11 giugno, presso l’auditorium Parmenide della Fondazione Alario, per la grande festa di fine anno.
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