Attentato Nizza, la testimonianza: «Possibile che sia diventato la normalità?»
| di Redazionedi Marianna Vallone
La Francia di nuovo sotto attacco. Perché è un “attentato terroristico” quello che si è consumato intorno alle 9 di giovedì mattina nella cattedrale Notre Dame nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin. Tre persone sono state sgozzate e uccise da un tunisino di 21 anni che prima avrebbe gridato Allahu akbar, poi fermato e arrestato dalla Polizia. Tra le drammatiche testimonianze c’è anche quella di Pietro e Sara, una giovane coppia che vive e lavora a Nizza. Lui è nato e cresciuto a Milano, e dopo una vita in giro per il mondo per lavoro più di dieci anni fa si è trasferito definitivamente a Nizza. Sara, invece, ha sempre vissuto in Germania. Entrambi sono originari del Cilento, di Morigerati.
«Era una normale mattinata di fine ottobre, il tempo era mite e abbiamo deciso di uscire a piedi per delle normali commissioni. Arrivati verso le 10 alla fermata del tram, la prima sorpresa, le linee sono bloccate, abbiamo pensato a una manifestazione post lockdown». La Francia, infatti, è tornata in lockdown, il “confinement” nazionale varato da Macron che durerà almeno a dicembre, per i circa 50.000 casi giornalieri di positività al Covid-19.
«Decidiamo di incamminarci verso Avenue Jean-Medecin. – raccontano – Man mano che ci avviciniamo le sirene si intensificano e la polizia si accumula nel centro di Nizza. L’informazione inizia a viaggiare sui social, “attentato alla cattedrale di Notre Dame di Nizza”, ormai siamo in place Massena. Non siamo sorpresi di vedere che la polizia ha già isolato il quartiere e inizia il nostro salto nel passato, quando solo 4 anni fa (quando un camion ha travolto la folla sulla Promenade Des Anglais il 14 luglio 2016) le grida di terrore entravano dalla nostra finestra questa volta le reazioni in strada sono differenti però, nessuno scappa, nessuno urla. L’attentatore é già stato arrestato ma cosa fare, rientrare? Continuare?».
E raccontano: «Ci guardiamo attorno, le mamme passeggiano con i figli, altri si affrettano a fare gli ultimi acquisti prima della chiusura generale e le terrazze dei ristoranti iniziano a riempirsi. Possibile che tutti siano indifferenti? Possibile che ormai a Nizza gli attentati terroristici siano divenuti la normalità?».
«Non abbiamo tempo di pensarci molto, – dice Pietro – il presidente Macron ha già annunciato il suo arrivo nelle prime ore del pomeriggio, la città inizia a rallentare, i posti di blocco e le chiusure aumentano, presto sarà impossibile muoversi. Sulla strada del rientro ormai la notizia é ovunque, tutti ne parlano, le vittime ormai sono diventate 3. Simone non ce l’ha fatta, i colpi inferti dall’attentatore non le hanno dato scampo. Rientriamo a casa, chiudiamo la porta a chiave, altri tre attentati all’arma bianca hanno preso seguito a quello di Nizza».
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