Aumenta la pressione sulle terapie intensive: quasi tutta Italia verso la zona arancione
| di RedazioneSulla spinta della variante Omicron del Coronavirus aumenta in alcune regioni italiane il tasso di occupazione delle strutture sanitarie. Sebbene il dato nazionale sia stabile e pari al 29% di occupazione dei posti letto in area medica e 18% in terapia intensiva secondo l’ultimo resoconto dell’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nelle ultime 24 ore si registrano aumenti in 14 regioni italiane che potrebbero rappresentare la premessa per un passaggio in zona arancione di molte aree del Paese a partire da lunedì prossimo. Non solo: sulla base dei dati forniti dall’Agenas almeno una regione italiana potrebbe finire persino in zona rossa, il che significherebbe lockdown leggero per tutti, anche i vaccinati con due o tre dosi. D’altro canto un inasprimento delle regole appare inevitabile: da giorni infatti i contagi quotidiani sfiorano, e talvolta superano, quota 200mila. Il boom di infezioni, mai così tante dall’inizio della pandemia, sta determinando un incremento degli accessi in ospedale e di conseguenza, la cui saturazione in alcuni territori sta sfiorando il livello di guardia.
Aumenta l’occupazione degli ospedali
Rispetto ai dati comunicati ieri dall’Agenas a vedere aumentare l’occupazione nelle aree mediche da pazienti Covid sono Abruzzo (30%), Calabria (42%), Friuli (31%), Lazio (28%), Liguria (40%), Lombardia (35%), Marche (28%), Molise (14%), Bolzano (19%), Trento (26%), Puglia (22%), Sicilia (36%), Toscana (26%) e Veneto (26%). Migliora la Basilicata (25%) e la Valle d’Aosta, ancora vicina alla soglia della zona rossa, che vede calare del 17 per cento l’occupazione dei posti letto portandosi al 52%.
Stabili i ricoveri in Campania (29%), Emilia Romagna (27%), Piemonte (30%), Sardegna (15%), Umbria (33%). Sebbene sia stabile a livello nazionale, cresce in cinque Regioni il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva nelle ultime 24 ore.
Tra queste Campania (13%), Friuli (24%), Marche (25%), Puglia (13%), Toscana (24%). Migliora invece Abruzzo (19%), Calabria (18%), Molise (3%), PA Bolzano (16%). Stabile Basilicata (3%), Emilia Romagna (17%), Lazio (22%), Liguria (19%), Lombardia (15%), PA Trento (23%), Piemonte (23%), Sardegna (14%), Sicilia (20%), Umbria (14%), Val d’Aosta (24%), Veneto (18%).
Quali regioni rischiano di finire in zona arancione
Occorre a questo punto ricordare quali sono i criteri per il cambio di colore: il governo deve decidere sulla base dell’incidenza settimanale di casi Covid ogni 100mila abitanti, dell’occupazione dei posti letto in area medica e di quella in terapia intensiva.
Il primo indicatore – quello dell’incidenza – è ormai fuori controllo da settimane. Diventano quindi determinanti gli altri due valori: per l’ingresso in zona gialla le soglie sono del 10% in terapia intensiva e del 15% in area medica, in zona arancione salgono rispettivamente a 20% e 30% e in zona rossa a 30% e 40%.
In base all’andamento attuale dei contagi e dei ricoveri a partire dalla prossima settimana l’Italia potrebbe iniziare a tingersi di arancione: rischiano Marche, Lazio, Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Provincia Autonoma di Trento, Lombardia, Toscana, Umbria, Piemonte e Sicilia.
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