“La proposta è sia esplicita che intuitiva: no al femminicidio e alla violenza contro i corpi ma anche contro le menti delle donne; approccio consapevole a temi tipo la prostituzione; parità di diritti/opportunità ovunque”.
In occasione dell’approssimarsi delle vacanze estive Pragmata propone agli amici autori la rilettura e rivisitazione dei propri manoscritti lasciati accantonati in un cassetto o in una cartella del proprio PC, siano essi poesie, racconti, romanzi, saggi o pensieri.
Edgar Allan Poe conosceva benissimo il Cilento. Non a caso parla anche delle rose rifiorenti Di Pesto. E Paestum era ben noto anche a Goethe, che ne divulgò la mozzarella nel mondo. Possiamo opinare che forse la stessa zona fu nota a Buffalo Bill.
Nato con l’intento di permettere alle donne di raccontarsi utilizzando la parola, in racconti brevi, si rinnova l’appuntamento con “Voci di donne 2012: il racconto in trenta righe”. Si tratta di scrivere qualcosa come una sola pagina: trenta righi, 80 battute in ognuno, quindi massimo 2.400 battute spazi compresi.
Intervistiamo Maria Nicoletti, poetessa originaria di Laurino che con la poesia “Avrei voluto vivere” vince il concorso indetto dal portale 5 avenida dedicato a 5 eroi cubani detenuti da oltre tredici anni: “Vorrei morire, stringendo i pugni/Lo vorrei con ogni forza/Ma vorrei prima aver vissuto”.
Alessia e Michela Orlando e il loro eBook seriale “Twins”: “I protagonisti più importanti sono tutti originari del Cilento e c’è pure un omaggio a Roberta Gregorio, anch’ella cilentana, che intesse un singolare rapporto con un misterioso giovane, costretto a venire nel Cilento, terra di origine della famiglia, per ragioni oscure”.
“Ho alzato le braccia alla luce/Ho sentito treni muti/Ho visto inesplicabili punizioni/Vorrei morire, stringendo i pugni/Lo vorrei con ogni forza/Ma vorrei prima aver vissuto”: non si può morire se non si è vissuti. Rinascere, vivere, prima di alzare le braccia alla luce, stringere i pugni, morire. Occorrerà ritornare in libertà.
Don Backy, al secolo Aldo Caponi, origini toscane, di Santa Croce sull’Arno. Ci è accaduto di sentire il parere di chi c’era, tra il pubblico, in un concerto di piazza: era il 18 agosto 1978, nel Cilento, a Laurino. Un successo strepitoso. L’abbiamo intervistato.
Come si può verificare in moltissimi libri e anche nel web, il Cilento ha pagato un prezzo altissimo alla emigrazione transoceanica. Ancora più alto, ma ciò appare meno problematico, a quello europeo che continua, inarrestabile.
Sarebbe inutile dire, forse, che qui si allude alla violenza sessuale accaduta a San Pietro al Tanagro (se ne dà conto in questo articolo), perpetrata da un settantenne su una tredicenne che, lo si ricorda a chi non lo sapesse, non potrebbe mai essere ritenuta consenziente, alla luce dell’ordinamento giuridico italiano.
Del piacere di raccontare la verità, anche la più atroce, di questo si deve trattare volendo approfondire il tema della violenza sulla donna, sugli omosessuali, sui bambini.
D- Meglio sciacquarsi nelle acque di Napoli, dell’isola Mauritius o del Cilento? R- Le acque di Napoli sono, ahimè, raramente avvicinabili, spesso corrosive da quanto sono inquinate. Quelle di Mauritius non le conosco ma, a meno di essere magnati del petrolio o ex presidenti del consiglio, trovo che eleggere ad “acqua di riferimento” un mare nel quale bene che vada ci si potrà tuffare una volta all’anno e per pochi giorni sia un’opzione perdente. Il Cilento invece lo conosco abbastanza bene e nelle sue acque mi immergo spesso. Decisamente la scelta migliore.
“Facce da curriculum” e “Il primo giorno di lavoro”: il secondo è un momento fatto di timori, sogni, illusioni, paradossi, difficoltà, assurdità. Un momento atteso, bramato da giovani o da neo disoccupati in età avanzata, magari neanche troppo sperato.
Agropoli, Pisciotta, Palinuro… e Camerota che è incontaminata, nella montagna sua e nel suo mare, dove d’Enea si ammainò la vela, e il Vallo di Diano, nel Parco (che dal tuo nome prende il nome suo), son vere meraviglie, e generoso con la modestia innata di chi è grande…
Per comprendere meglio il fenomeno del brigantaggio post-unitario e spiegare fenomeni atroci, come quello patito dai fratelli Capozzolo, cilentani di Monteforte, conviene accedere ai documenti dell’epoca e alle cronache sia dei giornali che dei protagonisti.
Carmine Crocco, ostinatamente fatto entrare nell’immaginario collettivo quale figura brigantesca di truce intensità, fu in realtà un rivoluzionario e ambientalista italiano. Dirlo subito serve a manifestare l’intenzione di ridefinire la dimensione in cui normalmente ci si imbatte, quella di brigante.
Nel 1743 i raccolti nel Cilento, come nel resto del Regno di Napoli, si dimezzarono. È, questo, un tema non nuovo, va da sé, eppure suscita ancora divisioni, giustifica dibattiti. Come mai accadde? Si poteva prevedere? Quali le soluzioni possibili?
Le Confraternite e le Compagnie; le cente portate in testa da fedeli diretti al monte Stella, partiti da Omignano, Guarrazzano, Amalafede, Celso, San Mauro, San Mango, Mercato Cilento e Sessa Cilento, il peso delle candele riunite in cente al ritmo di ciaramelle, zampogne, organetti.
Il 28 gennaio 1799 un tragico evento si compì a Montessani (Montesano Sulla Marcellana). Nicola Cestari, il primo cittadino, il sindaco, dopo aver a lungo lottato per i diritti civili dei concittadini e non solo, fu ucciso dai sanfedisti e in parte arrostito (la guancia), infine mangiato.
“Raccontano di Pitagora che rimase ucciso presso Girgenti […] non avendo osato, per scrupolo religioso, attraversare un campo di fave”: la vita di Pitagora è avvolta nel mistero e nella leggenda. Il racconto ascoltato con interesse da Ungaretti nel Cilento è molto significativo e ricco di aspetti.
Come trascorreva il tempo dei briganti? Quali i loro giochi, cosa mangiavano, quali i connotati della loro umanità? Inchiesta sul brigantaggio salernitano attraverso un libro da salvare: “Quattro Mesi fra i Briganti 1865/66”, di Johann Jacob Lichtensteiger.
Giuseppe Ungaretti seppe entrare nella storia, nella cultura, nella mente dei meridionali: “Antico questo popolo lo è, non solo per il suo dialetto così profondo d’etimologie, suono e flessioni; ma per il suo attaccamento all’ispirazione panica della natura”.
Ci sono vari episodi del fumetto preferito dagli italiani, Tex Willer retti da un impianto di tipo storico. Nel numero 492 dell’ottobre 2001 Giovanni Martini, interpellato dal Custer, che nota il suo accento strano e gliene chiede ragione, dice testualmente: “Italiano signore. Sono venuto in America tre anni fa”.
“Sono stato Ufficiale di Artiglieria e ho passato un periodo a Persano. Eravamo alla fine del 1967. Erano state appena aperte al pubblico le Grotte di Pertosa, ancora sconosciute a tutti. Lì a Persano faceva il servizio militare Alessandro Haber, che stava appena cominciando la sua carriera di attore”.
Andò dappertutto. Spesso travalicò i confini che ora, anche grazie a lui, definiamo nazionali. Comunque la si racconti non si potrà che ammirarlo: ma si è mai vista un’altra trottola come quella? E il suo cavallo bianco si ammalò di labirintite oppure no? E gli altri? Tutti gli altri, che facevano?
Un excursus fra i film che hanno portato sul grande schermo il Cilento, da “C’era una volta” a “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia” passando per “Il fantasma dell’Opera”, da Sophia Loren a Giancarlo Giannini.
Alessia e Michela Orlando ci raccontano della loro collaborazione con Quintavenida “per diffondere tra l’opinione pubblica italiana il problema dei cinque detenuti cubani in U.S.A.”, operazione trealizzata tramite un concorso di poesia.
Faceva freddo quella sera a Laurino. Il tempo inclemente aveva fatto temere risvolti pericolosi all’attore che, in treno, si avvicinava alla meta. Solo, come spesso accade a chi voglia salire i pochi gradini che danno sulle tavole di un palcoscenico. È l’aspetto meno complesso e meno faticoso.
La nuova frontiera per la ricerca del lavoro si individua con sempre più forza nel web. Non siamo ancora di fronte alla soluzione definitiva, quella che può fornire occasioni concrete e certe.
Reperti archeologici ricoperti, secoli per recuperare siti di rilevanza mondiale, come Paestum o la Certosa di Padula, non solo per carenza di fondi ma anche per disinteresse di politici e ’imprenditori. Un fenomeno che ha condotto intere zone verso la soglia del definitivo declino. Malgrado l’antico splendore.