La salita al cielo di San Vito. Il martirio di San Vito, secondo quanto ci narra la storia, nonostante l’uscita indenne alle diverse torture che il Santo subì, si concluse con la salita al cielo del fanciullo, avvenuta, sempre secondo la narrazione tramandataci nei vai martirologi, sulle rive del Sele. Seconda parte.
Continua la campagna di sensibilizzazione alla tutela del territorio e la questione “Calore in secca” attira, ancora una volta, l’attenzione dei canali d’informazione.
Monsignor Miniero incontra le scuole, ieri mercoledì 9 novembre l’Istituto Omnicomprensivo di Piaggine ha ricevuto la visita del nuovo vescovo di Vallo della Lucania.
Una manciata di case, rannicchiate intorno alla piccola chiesa parrocchiale, popolate da poche anime: è questo un piccolo borgo del Cilento Antico, frazione di Serramezzana, che deve il suo nome proprio al suo protettore.
La devozione verso il martire Vito, ha radici antiche e si diffuse in modo capillare soprattutto in territorio italico, nella parte meridionale. Anche la venerazione ad Ostigliano ha radici profonde, ed è testimoniabile in sporadici rituali sopravvissuti nella tradizione locale.
Prosegue senza sosta la campagna di sensibilizzazione per tutelare le bellezze paesaggistiche che il Calore offre fra il verde dell’alto Cilento. Tuttavia, nonostante la solidarietà di quanti hanno a cuore le sorti di questa terra, è questa l’immagine desolante che ad oggi si presenta.
Ostigliano si distingueva per la coltivazione del fico bianco che si produceva in quantità sufficienti, tali da poter permettere la sua esportazione e diffusione, non solo nel territorio circostante, ma per vie traverse anche al di fuori dei confini territoriali sia storici che geografici.
Analisi dell’andamento demografico di una piccola comunità fatta su basi storiche note di un periodo che spazia dal 1522 al 1669.
Lo studio dei toponimi, sfruttando la tecnica dell’etimologia e la ricognizione storica, conduce ad una mirata analisi, il cui risultato sfocia in alcune considerazioni utili alla ricostruzione della storia dei luoghi.
Se è vero che il dialetto cilentano, presenta una certa difformità all’interno dell’ambito territoriale in cui agisce, è pur vero che diverse sono le affinità con quelli circostanti.
Alle spalle dell’abitato di Magliano Vetere, aggrappato alla roccia della montagna, sorge un antichissimo santuario rupestre, dedicato a Santa Lucia.
Anche il Cilento ha la sua razza caprina, ancora oggi presente e diffusa nel territorio. Tuttavia, incerta è la sua origine, ma con certezza si sa, che da tempi lontani ha caratterizzato l’allevamento caprino un pò in tutta la provincia.
Continua senza sosta la campagna di sensibilizzazione volta alla tutela ed alla salvaguardia del territorio, promossa sul profilo facebook “Gole Nord Calore Piaggine”. Di giorni ne sono passati, da quando per iniziativa di coloro che hanno a cuore la “vita del Calore”, è nata l’idea di rendere la questione visibile a tutti.
Ritorna l’appuntamento autunnale a Stio, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, con la “castagna”, il frutto per eccellenza di questa stagione.
In modo abbastanza generico, possiamo subito dire, che il dialetto di Camerota, non conosce dittonghi e, non solo da questo punto di vista, “la lingua” parlata a Camerota, la possiamo definire come a se stante, in quanto, il dialetto di questa località, costituisce un’enclave all’interno del “sistema linguistico cilentano”.
La derivazione etimologica di Ortodonico, credo non vada ricondotta ad un’unica sotto-categoria del genere dei toponimi, o almeno secondo un significato marcatamente dettato dalla sua definizione.
Il Cilento, culla di antiche civiltà, ha da sempre mostrato con fierezza le sue origini, e spesso ha lasciato il segno in chi ha avuto modo di accostarsi ad esso. Cicerone decise di recarsi in Grecia. Fece tappa a Velia, probabilmente ospitato da amici, poiché, per raggiungere la meta, seguì l’antica via marittima Velia-Reggio.
Tre giorni, in cui un ricco programma accompagnerà i visitatori in un itinerario che spazia dai convegni alle preparazioni tipiche a base del frutto autunnale reperibile sul posto.
“Li Matonti”, poi semplicemente Matonti, come ci ricorda Ebner, è oggi costituito dall’insieme di quattro casali: Matonti, Matontiello (o Casaliello), li Vetrali e li Spinelli.
Come vi avevamo annunciato il 7 ottobre, nell’articolo “Il Cilento, ancora una volta set di immagini in TV”, le telecamere della nota trasmissione RAI “Sereno Variabile”, hanno effettuato le loro riprese nel comune di Pollica, per renderle visibili a tutta la penisola, Sabato 15 Ottobre, alle ore 17,00, su RAI2.
Uno dei prodotti più tipici del Cilento, è senza dubbio il “Fico bianco”, da anni riconosciuto come IGP (indicazione geografica tipica) e DOP (denominazione di origine protetta).
Nascerà ai confini con Montano Antilia una delle quattro discariche Provinciali. Indignati i cittadini di Laurito nell’apprendere l’ubicazione della discarica nel bel mezzo di una zona ricoperta di vegetazione.
La presenza delle “cénte” nei cortei processionali del Cilento, ha una storia e una valenza molto antica. Questa forma espressiva di devozione, va ricercata in tempi assai lontani e non deve limitarsi ad una visione prettamente “cristiana” ma sconfinare oltre.
“Gli Enti locali, associazioni ambientaliste, politici locali e nazionali, pur essendo stati chiamati ad assumere le proprie responsabilità in relazione al disastro ambientale della secca del fiume Calore, a tutt’oggi ci hanno snobbato e non hanno dato alcun cenno di adesione”.
In questi giorni, la nota trasmissione, che va in onda su RAI DUE, in data che a breve sarà resa nota e di cui vi informeremo, ha scelto come meta il Cilento. Le telecamere RAI, stanno effettuando le loro riprese nel comune di Pollica, con le sue splendide frazioni e ovviamente la costa, con il limpido mare, da anni bandiera blu, delle celeberrime località di Acciaroli e Pioppi.
L’immagine di un fiume in secca, suscita tristezza, e appare come un bianco pallore sfinito dalla ricerca della sua linfa vitale. Pensate ad un uomo che viene privato della sua identità: è questo quello che il fiume Calore sta subendo!
“Chi si ritirava a vivere nel deserto per raggiungere, in mortificazione e in preghiera, la perfezione cristiana” e in seguito, più semplicemente “religioso che vive in solitudine, digiunando e pregando”, è questa la definizione di anacoreta, ed Elena Consalvo da Laurino, lo fu.
Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, si promuovono e si rivalutano le potenzialità di un simpatico animale: l’asino.
Secondo la tradizione popolare, il frate parlò ai pesci, e pare lo fece da uno scoglio, nei pressi della cittadina di Agropoli. Ad oggi, questo scoglio è detto proprio di “San Francesco”, sul quale si erge una croce che sovrasta il mare, come segno di riconoscimento.
Nell’autunno cilentano si rinnova l’appuntamento con “La Festa della Castagna” a Salento, dal 14 al 16 Ottobre.