Cilento, un nome che compare già dall’anno 994. Viene, dunque, posticipata di circa trent’anni la comparsa ufficiale del toponimo Cilento che fino al 1600 finirà con l’identificare l’intero massiccio della montagna, oggi nota come Monte della Stella.
La Madonna del Sacro Monte, la Madonna della Stella, la Madonna della Neve solo alcune tra le mete dei fedeli cilentani. Mete di pellegrinaggi sin dall’antichità in una terra vocata al culto della Madonna.
Del comune di Serramezzana fa parte la pittoresca frazione di San Teodoro, ubicata a metà strada fra il capoluogo e l’altra frazione, Capograssi.
L’adattamento del “parlato cilentano”, è fortemente condizionato dalle vicissitudini storiche che si sono avvicendate nel territorio del basso salernitano.
Il toponimo «Ostigliano» ha origine incerte; tuttavia è possibile avanzare diverse teorie a riguardo. È noto che gli insediamenti del passato traevano il proprio nome da diversi elementi.
Questo breve spazio sarà dedicato all’elemento greco, il quale nel corso dei secoli ha apportato continue trasformazioni e ha posto le prime solide basi per il futuro idioma che verrà in seguito etichettato come “cilentano”, anche se, in realtà si sviluppa con varianti diverse che ad oggi ancora sopravvivono con marcate caratterizzazioni in spazi ristretti.
Il dialetto “cilentano”, affonda le sue origini in tempi lontani, e prima della sua affermazione, il territorio è stato per lunghi periodi in balìa delle “parlate” di vari popoli. Il territorio in cui si ascrive il Cilento, è terra dalle origini antiche, così com’è antica la sua notorietà e ricca è la sua storia.
È opinione diffusa, soprattutto tra gli storici del passato, che la colonia eleatica abbia tratto nome proprio dall’Alento, e non viceversa
Nel cuore del Cilento Storico, arrivando a Serramezzana da cui amministrativamente dipende, si scorge l’abitato di Capograssi. Adagiato sui pendii del massiccio conico del Monte Stella, una mangiata di case avvolta dalla natura più rigogliosa.
Il Cilento è terra di storia, miti e leggende… tra le leggende, una delle più affascinanti è indubbiamente quella legata ad una figura magica e misteriosa: li munacieddi.
Simbologia “rurale” e “cristiana” nella processione delle lanterne il 23 del mese di giugno, al calar del sole, i fedeli presenti alle invocazioni in chiesa, si disponevano in processione, seguendo il corteo.
Diverse leggende nostrane ruotano intorno a presunti tentativi di rubare una statua. Tali furti vengono però sventati da un evento che spesso si credeva miracoloso: la statua all’improvviso diviene pesante!
Vivere il Cilento, un Cilento da vivere. Angoli del nostro territorio da conoscere e da esplorare. Un Santuario incastonato nella roccia tra vegetazione selvaggia.
Generico ed estremamente sintetizzante è definire l’idioma del dialetto locale “Cilentano”. Sotto tale voce si cela in realtà, un più complesso sistema linguistico, un insieme di “micro-dialetti”, i quali agiscono in uno spazio ristretto e a loro volta si mescolano con quelli circostanti fino a fondersi e confondersi, rendendo impossibile anche una delimitazione territoriale.
Un tempo l’istruzione primaria nel Cilento era piuttosto diffusa sotto l’aspetto “dei punti di erogazione del servizio”: fino agli anni ’80, i plessi di scuola elementare erano praticamente presenti ovunque, disseminati e frazionati sul territorio…
L’etimologia del toponimo Cilento nelle fonti documentarie tra passato e presente a cura dell’autore tratto da:Una terra chiamata Cilento, Origine e diffusione, con leggende, fatti di genti, storie di eventi.
Si terrà a Futani l’incontro per presentare il Piano di Sviluppo Locale: Paesaggi Mediterranei di Frontiera. Oggetto della presentazione saranno anche i forum locali e la scuola.
Scuola di montagna, scuola rurale, scuola di campagna. Nell’entroterra più impervio e primitivo, più selvaggio e isolato, racchiuso fra i monti dell’alto Cilento, sorge la vallata di Pruno. “La vallata di Pruno” e non Pruno.
Non è impresa facile dare origine al nome Alento, almeno dal punto di vista etimologico.