Autonomia differenziata, polemica sui parlamentari del Sud. Vietri: «Nostro voto è garanzia che non spacca l’Italia»
| di RedazioneSull’Autonomia differenziata polemiche e scontri politici. Nel mirino il voto dei parlamentari meridionali al progetto di regionalismo promosso dal governo. «E’ una campagna di disinformazione davvero infondata e strumentale delle opposizioni. Il voto favorevole dei parlamentari meridionali è la garanzia che si tratta di una riforma non contro il Sud, ma di un’occasione importante per il Sud per cambiare passo rispetto ad anni di decrescita e malgoverno». Lo dice la deputata campana di Fratelli d’Italia Imma Vietri.
«Va precisato – prosegue – che l’Autonomia, che era nel programma di governo del centrodestra, non è stata approvata l’altro giorno alla Camera con il ddl Calderoli, ma è in Costituzione dal 2001 con una riforma che ha voluto la sinistra. La stessa sinistra che oggi grida allo scandalo per lo Spacca-Italia. Non solo, ma nella Nadef del 2018 (Governo Conte I), del 2020 (Governo Conte II) e del 2021 (Governo Draghi), il Parlamento stabilì che la legge applicativa dell’articolo 116, comma 3, della Costituzione, dovesse figurare come collegato alla legge di bilancio. E Francesco Boccia del Pd, da ministro degli Affari regionali del governo giallorosso guidato da Conte, confermò che l’Autonomia era un punto qualificante del programma di Governo di cui faceva parte. Ora, invece, si dicono tutti contrari. Inoltre, da campana, ricordo che il governatore De Luca, del Pd, chiese pochi anni fa, nel 2019, in ragione di un preciso mandato del Consiglio Regionale, di poter stipulare una pre-intesa con lo Stato per attuare proprio l’Autonomia differenziata che oggi contesta. Lo stesso fece l’anno prima il suo collega dell’Emilia Romagna Bonaccini, anche lui del Pd».
«Il Parlamento – aggiunge – ha dato il via libera alla riforma attuando l’articolo 116 della Costituzione, che prevede la possibilità per le Regioni di ottenere forme e condizioni di autonomia attraverso un’intesa con lo Stato, il quale dovrà garantire comunque i Lep (Livelli essenziali di prestazione) superando la logica della spesa storica, una delle principali cause del gap attualmente esistente tra Nord e Sud. Tra l’altro, la riforma è affidata a trattative che si avvieranno tra Stato e Regioni nei prossimi due anni. Nel frattempo, i cittadini del Sud con estrema fiducia devono porsi le seguenti domande: come si vive oggi nel Meridione? Meglio o peggio del Centro-Nord? Quali sono attualmente le condizioni della sanità pubblica, dei trasporti, dei servizi, delle strade, del funzionamento della pubblica amministrazione? Di chi sono le responsabilità? Fino a quando il Meridione non avrà il coraggio di alzare la testa attraverso l’auto-responsabilizzazione e l’auto-governo sarà sempre condannato a dipendere dagli altri, a chiedere soldi che arrivano ma poi vengono spesi male com’è accaduto fino ad oggi», conclude Vietri.
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