Capaccio: autovelox sotto accusa
| di Rito Ruggeri
Pesante l’accusa del sindacato dei consumatori e del suo rappresentante ebolitano, Tonino Del Mese, che ravvisa irregolarità nelle multe fatte con l’utilizzo dell’autovelox dalla Polizia municipale del comune di Capaccio. Cartelli poco leggibili e «non regolamentari», notizie campania lamenta il Codacons pronto a fare ricorso alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Salerno per evitare che continui una prassi che ogni giorno pare porti nelle sulle scrivanie della «Polizia municipale di Capaccio sino a 700 verbali». La zona incriminata è posta lungo la statale 18. Per le multe ricevute per il transito su quella tratta il Codacons, con Del Mese, invita gli automobilisti «a fare ricorso». In un documento correlato alle dichiarazioni di Del Mese si legge: «Chi è stato multato sulla ss18 nell’ambito del comune di Capaccio per aver superato i limiti di velocità può proporre ricorso al giudice di pace ed al Prefetto». Il motivo starebbe nel fatto che «nemmeno i cartelli previsti dalla legge per l’avviso agli utenti della mancata contestazione sono regolari». Secondo il Codacons, infatti, «la grandezza delle lettere non è commisurata alla leggibilità di distanza, richiesta in funzione della velocità locale predominante e del numero delle iscrizioni, secondo le norme riguardanti la segnaletica di indicazione, che fanno parte del regolamento esecutivo del Codice della strada, alla velocità di 50 chilometri orari». Sotto accusa anche i verbali redatti lì dove la contestazione della multa non avviene in maniera contestuale, in quantodovrebbero contemplare «estremi precisi e dettagliati della violazione». Una serie osservazioni alle quali il rappresentante del Codacons aggiunge: «I ricorsi fatti dagli automobilisti vengono respinti per un motivo. Pare, infatti, che le postazioni degli autovelox vengano nascoste al di fuori della carreggiata, dietro arbusti, alberi o barriere laterali». Questo il motivo per cui Del Mese ed il Codacons richiedono «l’intervento della Prefettura di Salerno, della Polizia stradale e della Procura della Repubblica presso il tribunale di Salerno. Ci sono prove testimoniali e c’è la prova tecnica che un esperto del settore può fare prendendo in esame le fotografie scattate dal rilevatore di velocità, lì dove è evidente la vicinanza della banchina e non la corsia di marcia come avrebbe dovuto essere».
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