Azienda Cilento riduce impatto ambientale stalla con impianto biogas
| di Luigi Martinodi Luigi Martino
In soli quattro o cinque anni, racconta Benedetto Chirico, è stato possibile rientrare nei costi sostenuti (quasi 1,5 milioni di euro) per costruire un impianto di biogas. Aperto nel 2013 e’ stato il primo impianto del genere realizzato in Cilento e uno tra i primi della Campania e del Sud. È nato all’interno di un’azienda agricola a gestione familiare, la tenuta Chirico, nata nel 1970 ad Ascea (Salerno) nelle immediate vicinanze del parco archeologico di Velia.
La tenuta e’ stata visitata questa mattina dai ‘climate shapers’ che stanno seguendo a Pollica un Boot Camp sul cibo e la sostenibilita’ organizzato da Future Food Institute e Fao a dieci anni dal riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio Unesco. Una delegazione di studenti ha potuto anche vivere un’esperienza di lavoro nell’azienda, realizzando, sotto la guida di esperti caseari, formaggi e mozzarelle con le tecniche piu’ tradizionali, ma senza rinunciare ai benefici delle strumentazioni piu’ innovative. Gli studenti hanno anche visitato l’impianto di biogas, composto da due digestori che trasformano il letame di bufale e mucche in energia. Solo una minima parte del biogas prodotto viene trattenuto, cioe’ soltanto l’energia che serve a far funzionare l’impianto. La parte restante viene immessa nella rete nazionale.
“Parliamo di un piccolo impianto – spiega Benedetto Chirico, storico fondatore della tenuta – entrato in funzione nel 2013. Ci permette di rispettare l’ambiente perche’ riduce le emissioni di Co2 e l’impatto ambientale delle stalle, ci consente di produrre energia pulita e creare reddito per la nostra azienda. Grazie all’impianto, poi, si genera concime naturale al 100% che utilizziamo nei nostri 70 ettari di terreno”.
“Mio padre – racconta Silvia Chirico, figlia e socia di Benedetto – ha sempre coltivato il sogno di dare valore alla terra. Nel 1970 aveva 5 mucche e pochi soldi, oggi l’azienda ha oltre 400 capi di bestiame e ha oltre mezzo secolo di storia, sempre piu’ orientata a sviluppare progetti per mantenere e rispettare il nostro territorio. Questo si manifesta con la produzione e la trasformazione del latte, ma anche con l’impianto di biogas che ci consente di riutilizzare e dare valore a tutto quello che producono gli animali. Creiamo energia pulita, rispettiamo l’ambiente e tuteliamo il territorio, produciamo concimi naturali e abbiamo anche dato vita a una nuova fonte di reddito, che e’ sempre importante per mantenere in piedi una azienda agricola”.
Silvia Chirico e’ inoltre impegnata con la fattoria didattica della tenuta, un progetto che consente a studenti, anche giovanissimi, e turisti di conoscere con mano le produzioni casearie cilentane. L’azienda Chirico e’ stata una delle tre realta’ imprenditoriali sostenibili che oggi hanno accolto gli studenti del boot camp di Future Food Institute.
Una seconda experience si e’ svolta da Alici di Menaica di Donatella Marino, una piccola azienda a conduzione familiare che si occupa della lavorazione e della vendita del pescato locale, conservato e lavorato secondo antiche tradizioni come la menaica, pesca notturna con la rete. Sono meno di dieci i pescatori italiani (tutti cilentani) che ancora usano questa antica tecnica di pesca.
I ‘climate shapers’ hanno poi visitato La Perzana, attivita’ di apicoltura fondata da due giovani napoletani, Andrea e Sarah, che dopo anni di studi e viaggi intorno al mondo hanno deciso di tornare alla terra e di investire in Campania. Dopo essersi laureati a Torino, si sono trasferiti a Stio, il paese d’origine della nonna di Andrea, dove dispongono di 3 ettari di terra e di un laboratorio apistico.
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