Basilica pontificia: un incanto d’arte nel cuore di Castellabate
| di Marianna ValloneE’ un’opera d’arte la basilica pontificia di Santa Maria de Gulia a Castellabate, dedicata a Santa Maria Assunta. L’anima storica, lasciato alle spalle il castello, porta verso piazza Perrotti su cui si affaccia l’antico palazzo che ospitò Giacchino Murat nel 1811. Una breve camminata in discesa tra i larghi gradoni, svela un edificio sconosciuto ai più, ma dall’alto valore storico-artistico e architettonico. La basilica potrebbe chiamarsi così in riferimento ad “agulia” il nome medievale dell’aquila per aferesi perché il colle sul quale sorgeva visto dal mare, sembrava un’aquila, ma potrebbe derivare anche da “guglia” che significa cima, vetta. Un edificio possente, oggi duomo di Castellabate, risale alla prima meta’ del sec. XII e fu voluta dal Beato Simeone Abate V della Badia di Cava, successore di San Costabile Gentilcore, fondatore di Castellabate, lo stesso che diede inizio alla costruzione del castello.
Costruita inizialmente a due navate secondo lo stile Romanico, subì una prima trasformazione nel XV secolo con l’aggiunta di cappelle gentilizie. Rimaneggiata barocca, alla fine del XVIII secolo subì la distruzione di affreschi e del porticato. Oggi, dopo lunghi restauri, ha riacquistato l’aspetto originario conservando la sua preziosa bellezza. La basilica su tre navate conta 23 cappelle dedicate a vari santi, tra i quali Santa Sofia, San Lorenzo, San Giacomo, Santa Caterina, San Nicola e anche all’abate Michele De Tarsia che è la più antica.
L’altare è realizzato ad intarsio fiorentino e nelle pale è rappresentata la Madonna del Rosario con i 15 misteri. In fondo alla navata sinistra si trova il busto di San Costabile realizzato nel 1662 dal’orafo Aniello Treglia, uno degli artisti del tesoro di San Gennaro. Degno di nota il dipinto con San Michele Arcangelo rappresentato con una mano che impugna una lancia con la cui punta trafigge il corpo di una ammaliatrice. Una tavola realizzata da un anonimo che doveva essere un monito ai fedeli, di non farsi confondere dalle sollecitazioni esterne.
Di indiscutibile bellezza il pavimento maiolicato del battistero risalente al XV secolo che presenta decorazioni con profili umani e scritte allegoriche di sapore targo antico. La chiesa conserva una fonte battesimale in marmo del XVI secolo. L’opera di maggiore rilievo è il polittico del 1472 di Pavanino da Palermo, che raffigura la Madonna con bambino in trono, con san Pietro e san Giovanni ai lati, mentre sulla cimasa sono riprodotte la crocifissione e due scene dell’annunciazione. Per l’intenso culto mariano e i tesori artistici che la basilica conserva, particolarmente per questa opera, importante per la conoscenza della pittura quattrocentesca dell’Italia meridionale, la chiesa è stata elevate a Basilica Pontificia minore con lettera Apostolica del 2 agosto 1988.
Sfoglia la gallery:
Foto ©Marianna Vallone
©Riproduzione riservata