Blitz antidroga, coppia spacciava in presenza della bambina: i retroscena dell’operazione

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Blitz antidroga, coppia spacciava in presenza della bambina: i retroscena dell’operazione

Cocaina scambiata con profumi rubati e un’inedita figura di “nonno tecnologico” che gestiva i traffici di droga tramite Skype. Sono alcuni degli elementi emersi dalle quasi 200 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Giandomenico D’Agostino, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (pm Maria Benincasa). Il provvedimento, eseguito ieri dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale, ha portato allo smantellamento di due organizzazioni criminali dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti tra Salerno e altre località.

L’inchiesta ha rivelato non solo le nuove aree di spaccio, ma anche come figure di rilievo della malavita continuino a operare nonostante l’età avanzata, intrecciando rapporti con giovani leve. Tra queste spicca Antonio Noschese, noto come “Pupatella”, 81 anni, finito agli arresti domiciliari. Le indagini hanno evidenziato il suo ruolo di fornitore di cocaina ed eroina, affiancato dal nipote Giovanni De Crescenzo. A sorprendere gli inquirenti è stato il metodo di comunicazione utilizzato dall’anziano: pur essendo sottoposto agli arresti domiciliari, Noschese sfruttava Skype per mantenere i contatti con gli acquirenti. Questi ultimi, successivamente, si recavano presso la sua abitazione a Matierno per ritirare la merce. Un sistema ingegnoso, ma destinato a breve termine, considerando che la piattaforma di messaggistica chiuderà ufficialmente il 5 maggio prossimo.

Le accuse nei confronti di Noschese, De Crescenzo e altri sospettati includevano anche l’associazione a delinquere, ma il giudice ha ritenuto che non vi fossero elementi sufficienti per configurare una vera e propria organizzazione criminale. Secondo l’ordinanza, infatti, chi acquistava stupefacenti dagli indagati non risultava inquadrabile come membro di una rete strutturata, bensì come semplice cliente.

Tra i numerosi episodi di spaccio documentati, uno in particolare ha catturato l’attenzione degli investigatori: un uomo di 34 anni, noto alle forze dell’ordine per precedenti furti, avrebbe tentato di pagare alcune dosi di cocaina con profumi rubati poco prima in un negozio. Il pagamento in natura è stato offerto a Manuel Miano, Federica Altamura e al pusher Alessandro Manzo. Miano avrebbe incontrato il 34enne in una zona periferica della città, ricevendo in cambio quattro dosi di droga e cinque euro.

Le indagini hanno inoltre messo in luce un ulteriore aspetto inquietante: in diversi episodi di spaccio, avvenuti a partire dal 2021, la coppia Miano-Altamura avrebbe agito in compagnia della loro figlia, una bambina di pochi anni, presente durante le transazioni illegali.

L’inchiesta, che ha portato all’arresto di diversi soggetti, prosegue per definire il quadro completo delle responsabilità e le eventuali ramificazioni delle attività illecite sul territorio.

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