Bruno Mautone e l’ultimo libro sui «segreti e i misteri» sulla morte di Rino Gaetano
| di Redazionedi Marianna Vallone
La morte di Rino Gaetano, per l’avvocato e scrittore di Agropoli, Bruno Mautone rimane un mistero irrisolto, su cui il penalista, da anni certo che la sua morte non sia stata accidentale, prova a far luce. Lo ribadisce anche nell’ultimo libro, uscito il mese scorso, “Rino Gaetano, segreti e misteri della sua morte”, che fa seguito ad altri due volumi, “La tragica scomparsa di un eroe” e “Chi ha ucciso Rino Gaetano”. Nel suo ultimo libro parla dell’ombra dei servizi segreti dietro la sua morte. «Ho scoperto, e ho pubblicato nomi e cognomi, che amici di Rino Gaetano erano agenti segreti, collegati alla Cia americana e ai servizi segreti italiani. Sono dati ufficiali. – spiega Mautone – Queste sue amicizie spiegano i testi misteriosi di Rino Gaetano, che in realtà sono descrizioni velocissime di fatti inquietanti dell’epoca, di fatti riservati. E le fonti che lui aveva erano questi amici dei servizi segreti».
Lo scrittore svela anche che «Elisabetta Ponti, la figlia del medico personale del potentissimo Licio Gelli, ritenuto capo supremo della loggia massonica P2, era l’amica più cara di Rino Gaetano. – spiega – Un fatto documentato anche questo. Del resto quando Rino in Rai cantò la canzone “La Berta filava” con lui c’era un cane, che era proprio di Elisabetta Ponti. Il fidanzato o amico confidenziale della Ponti, era un finto giornalista di musica americano che in realtà era una spia della Cia. Si infiltrò nell’ambiente discografico italiano e anche lui fu attorno a Rino Gaetano. Ma non finisce qui: l’amico più caro del cantautore, Enrico Carnevali, lavorava all’ambasciata americana a Roma, e il padre a sua volta era una figura importante nello spionaggio filo americano. – racconta ancora Mautone – Enrico morì nel febbraio del 1986, pure lui con l’auto che finì contro il tronco di un albero e la cui bara subì uno strano e repentino trasferimento dal cimitero del Verano dov’era stato dapprima sepolto al cimitero Flaminio. Questa e tante altre cose racconto nel libro».
La passione di Mautone per il cantautore di origini calabresi arriva da giovanissimo: «Nel ’78, avevo 18 anni, venne a tenere un concerto ad Agropoli. Fu intervistato da Carlo Romanelli, di Radio Agropoli, con lui c’ero anche io. All’epoca rimasi colpito dal fatto che a domande di musica rispondeva con delle cose stranissime, parlava di massoneria, di poteri occulti, di Andreotti. Parlava di poteri che condizionano la musica. E’ stata quella la scintilla che molti anni dopo mi ha portato a studiare i testi, le sue amicizie, dalle quali sono emerse cose incredibili».
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