Calcio, bomber Sasà Esposito è mister 300 gol nel Cilento: «Qui mi sento a casa»
| di Luigi MartinoSalvatore Esposito, 40 anni il prossimo 18 luglio, ha il capo chino e passeggia sul campo di terra battuta di Marina di Camerota. La salsedine si mischia con i pensieri e il colletto della sua polo bianca, con impresso lo stemma della squadra del paese, è sempre in ordine e abbottonato. E’ un frame di un film molto più lungo, è il pezzo di un puzzle della carriere di uno degli attaccanti in attività più prolifici del calcio dilettantistico campano.
Per conoscere davvero il «toro», soprannome che gli fu affibbiato ai tempi dell’Acireale, non basta osservarlo il sabato pomeriggio mentre corre come un forsennato per aiutare la squadra e spingere in tutti i modi immaginabili la palla alle spalle dell’estremo difensore avversario. Bisognerebbe trascorrere insieme a lui almeno un’intera stagione: durante la preparazione, nel corso degli allenamenti, in viaggio per una trasferta, a cena con il gruppo e nel riscaldamento che precede un incontro di campionato.
Salvatore Esposito, con il numero undici tatuato nell’animo prima che dietro la schiena, è quello che potrebbe permettersi di farsi sistemare anche il borsone all’interno di un qualsiasi spogliatoio del calcio di provincia ma ha scelto d’essere altro, ha scelto d’essere esempio. E allora, prima di giocare a calcio in serie D, in Eccellenza e in Promozione, dalla Campania alla Sicilia passando per la Calabria, il «toro», a quasi quarant’anni suonati, con le ginocchia che gli chiedono continuamente di smettere, imbraccia la scopa e tira via la polvere da sotto le panche. Poi sistema gli striscioni, pensa a come non far mancare nulla ai compagni di squadra, tiene saldo il gruppo, alza il telefono quando s’accorge che qualcosa non sta prendendo la piega giusta e innaffia il campo, sotto il sole che comincia a scottare mentre gli altri se ne vanno in spiaggia con la faccia che suggerisce i loro pensieri: «Ma chi glielo fa fare?».
E’ il primo a raggiungere l’impianto per gli allenamenti, smista consigli e sorride, nonostante non è più un ragazzino. Poi decide di vincere le partite da solo (anche se non lo ammetterebbe mai) e canta «la capolista se ne va» insieme ai suoi due bambini, Fabio e Luigi. Da Afragola, in provincia di Napoli, suo paese d’origine, si è trasferito nel Cilento per mettere su famiglia, si è sposato con sua moglie Carmela, figlia dell’allenatore insieme al quale ha vinto e si è divertito. Quando ha lasciato i piani alti del calcio dilettantistico, ha vestito la maglia di Calpazio, Lentiscosa e Marina di Camerota.
Ha continuato ad allenarsi senza mai badare al ‘peso’ della categoria. E qualche giorno fa, in casa, contro il Sicignano degli Alburni, a campionato di seconda categoria Campania girone H già acquisito, ha raggiunto e superato le 300 reti da quando è divenuto un cilentano d’azione.
Il calcio non smette mai di emozionare perchè sa sempre raccontare storie nuove. Quello di provincia, poi, sporco e assai difficile per tutti i limiti e le mancanze che conosciamo, restituisce a chi lo vive, razioni intense di sogni veri che si realizzano in silenzio, senza creare troppo scompiglio. Un po’ come quello di Salvatore Esposito che continua a gonfiare la rete mentre Luigi e Fabio dalla tribuna battono le mani al loro papà.
Foto di Gioacchino Cavaliere – Licusati Live
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