Camerota, è giallo sulla morte del cuoco: disposta autopsia
| di Luigi MartinoSarà effettuata con molta probabilità mercoledì l’autopsia sul corpo di Antonio Capone, il 30enne di Casoria rinvenuto cadavere ieri pomeriggio, domenica, all’interno di una camera d’albergo in località Calanca a Marina di Camerota. Il giovane lavorava come aiuto cuoco presso la struttura ricettiva dove alloggiava. Sul posto sono giunti i carabinieri della locale stazione, guidati dal comandante Francesco Carelli, e le ambulanze inviate sul posto dalla centrale operativa del 118.
Le indagini
Antonio all’inizio del mese aveva iniziato a lavorare presso il noto albergo. Ieri, domenica, era il suo giorno di riposo e per l’intera mattinata non è stato visto uscire dalla camera da letto. Intorno alle 14, i dipendenti della struttura, preoccupati, hanno pensato di verificare come mai Antonio tardasse ad alzarsi. Hanno provato a contattarlo telefonicamente senza ottenere i risultati sperati. A questo punto si sono recati al piano superiore della struttura per sincerarsi delle condizioni del 30enne. Hanno bussato alla porta della sua camera ma nulla, dall’altro lato nessuna risposta. A questo punto hanno recuperato la chiave di riserva per accedere. Qui la macabra scoperta. Antonio era riverso sul letto, privo di vita. E’ stato immediatamente contattato il 118 e i carabinieri. Intanto un dottore che alloggiava presso l’hotel, ha provato a rianimarlo ma purtroppo il 30enne era già deceduto.
I primi accertamenti
Sul posto sono giunte le forze dell’ordine , il medico legale Adamo Maiese e il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica del tribunale di Vallo della Lucania. Gli inquirenti hanno interdetto l’area e hanno dato il via alle indagini. La camera è stata perquisita. Sull’esito della perquisizione vige massimo riserbo da parte dei carabinieri. Alcune persone sono già state ascoltate come la fidanzata del giovane. Al vaglio degli inquirenti anche il telefono cellulare della vittima. La salma è stata sequestrata e trasferita presso l’obitorio di Vallo della Lucania, in attesa di essere sottoposta all’esame autoptico. Si indaga anche sulla pista della droga.
La Procura di Vallo della Lucania ha aperto un fascicolo per verificare cosa possa aver causato la morte del ragazzo che, pare, godesse di buona salute. Il primo esame del corpo, eseguito dal medico legale, ha confermato che Capone è deceduto a seguito di un arresto cardiaco (probabilmente dopo un’embolia polmonare) ma cosa l’abbia determinato è tutto ancora da chiarire. La morte sarebbe avvenuta tra le 11 e le 13,30.
Appena dopo la drammatica scoperta nell’hotel è calato il velo del dolore all’interno dei quali ha dovuto farsi spazio, con discrezione, il lavoro dei carabinieri del capitano Fedocci della Compagnia di Sapri, a caccia di elementi utili per la risoluzione del caso.
Qualche ora prima
Sotto shock i colleghi e gli amici di Antonio. Il giovane, infatti, da diversi giorni frequentava i luoghi della movida del borgo costiero cilentano. Qualche sera prima dell’accaduto, ma anche la notte precedente, aveva alzato troppo il gomito e, in preda ai fumi dell’alcol, si era reso protagonista di piccole scaramucce e, in un’occasione, era anche stato allontanato. Secondo quanto ricostruito, Antonio, poche ore prima della tragica scoperta, era stato soccorso all’esterno dell’hotel dove lavorava. Erano circa le 6 di domenica. Anche in quell’occasione aveva bevuto troppo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quella sarebbe stata l’ultima alba per lui.
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