Camerota, il borgo che conserva gli antichi mestieri: la storia di Giuseppe Milo

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Camerota, il borgo che conserva gli antichi mestieri: la storia di Giuseppe Milo

Testo di Luigi Martino
Video di Giuseppe Jepis Rivello

E’ una magia che si materializza. E’ una scuola possente e antica. E’ cultura, conservazione del patrimonio. E’ vita. Vita vera e costruita a muri di sapienza e sacrifici.

Accade così, quasi in modo distratto, di imbatterti in queste meraviglie che, per fortuna, il Cilento ha ancora la forza di custodire in modo forte. Succede nell’intestino di stradine che dalla cinta muraria s’inerpica sul castello medievale di Camerota, uno dei borghi antichi più suggestivi d’Italia.

Giuseppe Milo è un artigiano, un mastro, un papà, un nonno. E’ tante cose rinchiuse in quell’omone che non ha mai dimenticato il mestiere del ciabattino. «Mio fratello mi ha fatto vedere come si faceva e dopo, quando ne hai bisogno, impari velocemente» spiega in un dialetto che t’abbraccia e ti catapulta sessant’anni indietro. Poi sorride e continua: «Non c’è nessun trucco in questo mestiere, come in tutti gli altri, il segreto è la volontà».

Facile a dirlo per queste mani intrise di fatica. Per questi occhi stanchi che hanno conosciuto tempi d’ogni genere. I rumori dei ferri, la gestualità, la pece pastosa e i racconti: s’addice tutto qui, il contorno s’incastra alla perfezione. E incanta…

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