Camerota, intervista al sindaco Scarpitta sulla sentenza del Tar: «Ho agito per salvaguardare il mio paese»
| di Pasquale SorrentinoIl sindaco di Camerota, Mario Salvatore Scarpitta, interviene in seguito alla sentenza del Tar che ha respinto il ricorso del suo Comune contro le diffide e ordinanze della Soprintendenza e Parco in merito alla somma urgenza per intervenire lungo la strada provinciale del Mingardo. Il Tribunale amministrativo ha respinto il ricorso e considerato legittime le azioni intraprese dalla Soprintendenza.
Cosa pensa della sentenza?
L’accetto, non la condivido.
Ci sarà ricorso al Consiglio di Stato?
Stiamo valutando il da farsi per far valere le nostre ragioni.
I lavori sul Mingardo e l’uso dell’esplosivo al centro di una situazione spinosa. Che ne pensa?
Nasce dalle polemiche di quattro o cinque persone.
Al di là della politica, però, c’è una sentenza…
Ripercorro quanto è avvenuto. Dopo lo smottamento di Ischia fummo sollecitati dalla Prefettura di monitorare le zone a rischio di ogni comune. In quei giorni ci fu anche un nubifragio su Camerota e quindi la situazione era delicata.
Arriva il 18 dicembre, l’incontro in Prefettura.
Diciamo subito che non l’ho convocato io e quindi l’assenza di Soprintendenza e Parco non dipendeva da me. Ho mostrato al Prefetto le foto della situazione. Immediatamente il Comando dei vigili del fuoco disse che la strada andava chiusa. Al sottoscritto non restava altro – in base al verbale che vi posso mostrare diceva che la frana poteva crollare e provocare morti – o tornavo a casa con la chiusura della strada definitiva o intervenivo con la somma urgenza.
Ecco, la sentenza dice la somma urgenza non era necessaria. Che ne pensa?
Camerota non aveva alternative, sfido chiunque a far passare due mesi con una città come la nostra completamente chiusa e isolata. Se avessimo seguito l’iter ordinario occorreva giustamente rispettare tutto l’iter per finanziamento, gara, lavori. Per senso di amore e responsabilità, con coraggio non avevo alternativa che procedere con la somma urgenza.
Tuttavia i lavori sono iniziati tre mesi dopo…
Sono trascorsi dei mesi per gli interventi di Parco e Soprintendenza, poi pioveva sempre e anche la ditta ha avuto un problema.
E poi è stato usato l’esplosivo.
Non si voleva arrivare a usare gli esplosivi. Il pericolo aumentava e siamo arrivati a questa soluzione, anche perché abbiamo provato di tutto. Ci hanno detto di spostare chirurgicamente i massi ma con quali bisturi avremmo dovuto farlo.
Lo rifarebbe?
Sì. Il 90 per cento dei cittadini di Camerota è d’accordo con me. Sono il sindaco e devo salvaguardare il mio paese ma non si può intervenire solo a tragedia avvenuta. Tanti cittadini mi dicevano di avere paura di passare sotto quell’area. L’esplosivo è stato usato 60 anni fa per fare la strada e allora forse fu un errore. È stato usato 6 o 7 anni fa e nessuno ha detto nulla. Noi non abbiamo toccato la falesia.
Ora che farà?
L’obiettivo principale dell’amministrazione comunale è quello di utilizzare i 5 milioni euro per il ripristino dei luoghi, togliere il materiale a monte e valle, rifare le staccionate, la strada, far rinascere la macchia mediterranea presenti su grossi massi che rotolavano a valle.
Sarebbe disposto a un incontro pubblico?
Sono a disposizione degli organi sovracomunali per discutere di ogni aspetto. Con il progetto di riqualificazione del Comune si punta alla messa in sicurezza, e al ripristino dello stato dei luoghi. Intervento necessario per garantire la vita delle persone, lo ripeto. Sono anche pronto a incontri pubblici e incontri democratici, per dimostrare la situazione di quell’area.
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