Camerota, palazzo marchesale: Consiglio di Stato da’ ragione al Comune
| di Redazione«Le ragioni che hanno indotto il Comune di Camerota ad esercitare il diritto di prelazione sono – innanzitutto – esposte nella “proposta motivata di prelazione” all’amministrazione dei beni culturali, sulla cui base quest’ultima ha rinunciato alla prelazione a sé spettante, rispettivamente ai sensi dei commi 2 e 3 dell’art. 62 del codice dei beni culturali». Lo ha scritto la V sezione del Consiglio di Stato di Roma, cui il Comune di Camerota si era rivolto dopo che il Tar di Salerno aveva ritenuto di accogliere la sospensiva proposta dalla F.I.M. srl, società aggiudicataria del bene nell’ambito della procedura esecutiva immobiliare.
Sì è tenuta ieri, 6 febbraio 2020, la Camera di Consiglio nella storica dimora di Palazzo Spada. Dopo un’accorata discussione tenuta dall’avvocato Marco Sansone per il Comune di Camerota e dagli avvocati Vitale e Messina per la F.I.M. srl, è di pochi minuti fa la notizia del deposito dell’ordinanza da parte del Supremo Organo di Giustizia Amministrativa.
Adito con appello cautelare, il Consiglio di Stato ha anche detto, con buona pace della Società originaria ricorrente, che “non è possibile formulare una prognosi favorevole sull’esito del ricorso” e che “ai fini cautelari sono inoltre prevalenti le esigenze del Comune di Camerota di attribuire al bene vincolato la destinazione dalla stessa amministrazione prevista negli atti con cui ha esercitato la prelazione”, condannando finanche alla spese la medesima F.I.M. srl.
La questione – dunque – sarà definitivamente decisa dinanzi al Tar Salerno nel mese di giugno, ma le parole del Consiglio di Stato sono autorevoli e perentorie, con buona pace anche di tutti coloro che, come spesso accade, senza minimamente approfondire, dicevano già che «il Comune di Camerota aveva perso il Castello». Non è così. La prelazione è valida, lo ha affermato il Consiglio di Stato.
Il Palazzo Marchesale sarà del Comune di Camerota. Da questa mattina ogni Camerotano ha fondate ragioni in più per crederci e per cominciare a sognare quel che in futuro sarà.
«Ho sempre avuto fiducia nel lavoro dei nostri uffici e dei legali – dichiara Mario Salvatore Scarpitta, sindaco di Camerota -. Ringrazio l’avvocato Marco Sansone per la sua professionalità e la sua umanità. Ieri mattina è arrivato in udienza, sino a Roma, con la febbre alta pur di non mancare a questo appuntamento storico e nonostante questo la sua arringa è stata determinante. Il lavoro svolto ha portato i frutti sperati. I cittadini di Camerota si riprendono un bene di un’importanza storica e culturale inequiparabile. Questa è l’ennesima dimostrazione di chi mentiva e di chi aveva sostenuto che la procedura era inesatta. Questo servirà al popolo come monito, per capire chi infanga l’amministrazione e chi continua con raggiri e illazioni a giocare con la buona fede delle persone. Ennesimo trionfo della verità. Smentiamo con i fatti tutte le bugie e le chiacchiere».
«Dopo questa grande soddisfazione possiamo già immaginare cosa potrà contenere il palazzo marchesale di Marina di Camerota, uno dei simboli del nostro paese – aggiunge l’assessore alla Cultura e al Turismo Teresa Esposito -. Tra le tante cose, sicuramente, verranno riservate delle stanze da adibire a museo archeologico per far sì che i reperti delle nostre grotte preistoriche siano esposti. Stiamo già a lavoro per questo, facendo voti alle varie università. Sono sicura che le varie destinazioni culturali e turistiche delle ali del castello porteranno al nostro territorio una spinta economica. Questa vittoria è la conferma che la strada che abbiamo tracciato è quella giusta».
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