Camerota, verso le amministrative 2022: «Il vero politico onesto è il politico capace»
| di Antonio CalicchioNelle scorse settimane, diversi e noti raggruppamenti politici hanno congiuntamente designato la mia persona quale possibile candidato sindaco del Comune di Camerota, alle prossime elezioni amministrative, del 12 giugno 2022, nonché quale figura di garanzia di unità e di legalità, conferendomi contestualmente mandato esplorativo, ai fini della costruzione di una compagine politica seria, onesta e credibile, che potesse, in primis, elevare il livello culturale, morale ed istituzionale del nostro territorio, offrendo all’elettorato competenza, capacità e professionalità, onde assicurare la realizzazione dell’interesse collettivo, facendo uscire il nostro Comune dalla decadenza democratica, civile, sociale ed economica in cui versa, mediante l’affermazione dei principi fondamentali di civiltà, di coscienza e di cultura, i quali potranno garantire l’unico futuro della buona politica, al servizio del buon governo.
In conseguenza dell’espletamento di siffatto mandato, con le correlative consultazioni, sono pervenuto – nonostante la ristrettezza dei tempi, essendomi, lo stesso, stato assegnato solamente verso la metà del mese di aprile scorso – alla formazione di una lista civica, composta da soggetti la maggior parte dei quali rispondeva alle richieste caratteristiche di alto profilo professionale. Tuttavia, essa lista è stata presuntivamente ed astrattamente considerata, da parte di uno degli anzidetti raggruppamenti, priva di forza competitiva, sul piano elettorale, ritirando quattro suoi potenziali candidati, pur ritenendola valida, dal punto di vista qualitativo e sostanziale.
Pertanto, a motivo di tale decisione, formulata unilateralmente dal prefato raggruppamento, decisione, da me, insieme ai restanti gruppi, peraltro, non condivisa, relativa – ripetesi – alla astratta ed ipotetica mancanza di competitività elettorale della summenzionata lista e al ritiro dei quattro candidati suindicati, non ho potuto procedere, mio malgrado, ad iscrivere la stessa alla imminente competizione elettorale, a seguito della oggettiva constatazione che gli obiettivi di rinnovamento, nella presente congiuntura storico-politica, si rivelano improponibili e che un valido progetto di alternativa elettorale, impostato su metodologie, sistemi e criteri diversi rispetto a quelli precedentemente utilizzati, risulta, allo stato attuale, impossibile.
Le aspirazioni di cambiamento, quindi, non troveranno concretizzazione, in dipendenza delle ragioni testé esposte.
I valori della libertà, dell’uguaglianza, dell’onestà, della competenza professionale, della capacità, della formazione intellettuale, della cultura, della conoscenza della realtà rappresentano il nucleo centrale della dimensione della politica, definita basiliké téchne, ossia “tecnica regia”, da Platone, tutta orientata ad attuare il bene comune. Ed invero, a suo avviso, nella Città, la classe dei reggitori o governanti deve essere costituita dai “sapienti”, cioè da individui dotati della virtù della “sapienza”.
Del resto, la dimensione della politica si identifica, altresì, con il luogo delle pubbliche decisioni, da esplicare – contrariamente a quanto qualcuno afferma – non sulla base di un “freddo calcolo razionale”, ma attraverso la volontà, l’emozionalità, il coraggio, l’empatia, il pathos e l’ethos, che qualificano la politica stessa come “servizio”.
Talché, solo così, dunque, nell’ambito di un contesto di legalità e di moralità pubblica, potrà compiersi la svolta politica, civile e democratica del nostro martoriato e degradato territorio.
Mi valgo della circostanza per rivolgere la mia sentita gratitudine nei riguardi sia di coloro che hanno sostenuto – moralmente e materialmente – la mia persona, oltreché nutrito fiducia e stima nei miei confronti; sia di coloro che non hanno creduto in questo progetto di discontinuità rispetto alla politica del passato, augurando loro di appagare le idee di rinnovamento in altre forme.
Mi astengo, invece, dal ribattere ad ogni forma di provocazione, di insinuazione, di insulto e di minaccia ricevuta, giacché ho imposto alla mia persona di non dare seguito a nessuna polemica o bega, augurandomi vivamente che nessuno pensi di limitare il diritto di libertà di pensiero, di parola, di azione e di decisione.
“Il vero politico onesto è il politico capace, perché l’incapace è più che disonesto”, diceva e scriveva Benedetto Croce, filosofo napoletano e padre della nostra Costituzione repubblicana.
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