Itinerari del disagio urbano e socio ambientale: Via Previteri

| di
Itinerari del disagio urbano e socio ambientale: Via Previteri

Parte da oggi, sul giornaledelcilento.it, uno spaccato sulle condizioni socio culturali,urbane e ambientali in cui riversano le quattro frazioni del comune di Camerota. Non è una inchiesta, che tra le righe celerebbe una denuncia politica, quindi non cercherà spasmodicamente responsabilità. Vuole essere un’analisi sistematica dei nuovi e vecchi bisogni  di una intera comunità che nel prossimo futuro dovrà fare i conti con “ il continuo divenire”che genera i cambiamenti e con una crisi economica che da questi ultimi anni diventa sempre più opprimente. L’idea nasce dalla volontà redazionale di essere sempre presenti , giornalisticamente, nel segnalare disagi e bisogni della gente che in continuazione esercita  pressioni nei nostri confronti segnalandoci con e-mail le loro piccole o grandi rivendicazioni legate a bisogni quotidiani.

“Itinerari del disagio”, si connoterà come un vero viaggio, che percorrerà strade, vicoli, in macchina o a piedi parlando con la gente, incontrando istituzioni ed agenzie sociali e politiche, insomma una grande escursione, armati di registratore , macchina fotografica e la grande volontà di sapere per far conoscere. Non saremo soli, ma volta per volta cercheremo un compagno di viaggio, un politico, un imprenditore, un esponente  della società civile, che ci farà da guida e che ci  rilascerà le sue impressioni, le sue proposte o semplici consigli.
 
Abbiamo intervistato Mario Scarpitta, che ci ha accompagnato, facendo quattro passi, lungo via Previteri. Il suo parere ci risulta indispensabile per coinvolgerci  sull’argomento che stiamo proponendo, in qualità di uomo politico, nelle vesti di rappresentante legale di un’associazione socio culturale , protagonista del mondo dello sport e soprattutto come imprenditore, la cui azienda opera da diverso tempo  proprio in via Previteri.
 
Via Previteri, il tempo si è messo a dormire…

Saliamo dalla strada dove la statua di S.Domenico, dove c’è l’asilo, posta a difendere i più piccini, sembra anche  indicarci l’inizio di via Previteri.

"D’inverno a causa dei tombini ostruiti, scende un mare d’acqua piovana che costringe tutti gli abitanti di questo tratto di strada a rimanere tappati in casa, addirittura neanche a prendere l’auto per il timore, fondato, che i freni non si attivino", dice Mario Scarpitta.
 
Ma cosa si può fare tecnicamente
"Sicuramente liberare i tombini esistenti e potenziare il deflusso con nuovi sbocchi, magari strutturare un sistema di canalizzazione più sicuro ed efficiente. L’anno scorso , in seguito  alle copiose piogge, l’acqua  ha allagato alcune case creando danni seri e non pochi problemi alle persone. Si sono verificati danni seri soprattutto negli ambienti antistanti le abitazioni. In questa zona non c’è nessuna forma di servizio, non passa mai chi deve pulire, l’illuminazione è insufficiente, questo è grave perché molti cittadini di Marina di Camerota, in questi ultimi anni si  sono insediati  come prima casa , è una zona abitata da cittadini residenti, è il posto naturale dove si può espandere Marina, dovrebbe essere asservita meglio da servizi anche in considerazione  dell’insediamento di attività produttive".
 

Ma questa zona, che sembrerebbe lontana dalla scena turistica, considerata , forse, solo come quartiere dormitorio, non si potrebbe integrarla al resto del paese?
"Cominciare a rivalutare le bellezze naturali  è la prima cosa da fare. Si potrebbe creare  una passeggiata naturalistica che dal Pusigno, percorra tutta la strada fino in paese. Cominciare ad investire abbellendo la strada con una appropriata pavimentazione, creare una nuova porta di accesso al paese in maniera da decongestionare il traffico dalle auto. Sicuramente dopo la cura ed  il decoro, ci sarebbe la messa in sicurezza. La strada presenta, a chi la percorre in macchina o a piedi, o con qualsiasi altro mezzo, insidie molto pericolose. I tanti abitanti, però, dovrebbero sicuramente contribuire al mantenimento, anche con semplici e quotidiani interventi di manutenzione e cura del proprio “ verde”.  Questa è una zona che potrebbe anche, visto i suoi ampi spazi verdi, contenere delle aree di parcheggio ben attrezzate, con l’obiettivo di non fare entrare in paese tante autovetture".
 
Ovviamente,  queste aree sarebbero ben inserite in un  contesto naturale
"Questa zona è per lo più sterrata, basterebbero alcune migliaia di metri di terreno, nel bel mezzo delle bellezze naturali senza alcun impatto di nessun tipo,circondate dal verde. Navette ecologiche a garantire il trasporto delle persone , cestini, una giusta illuminazione , anche delle postazioni per un  piccolo ristoro, e il turista si sentirebbe accolto e coccolato. Lascerebbe la sua auto ben custodita e andrebbe in paese per fare le sue cose, senza stress e senza affanni. Il tutto a monte del paese. Come si fa a mettere, nel fare turismo, dei parcheggi a valle? Noi dobbiamo fare in modo che in paese non arrivino le auto, che l’ambiente sia completamente liberato dai veicoli, così da creare un paese pedonalizzato almeno  nelle aree strategiche. La realizzazione di tutto ciò sarebbe possibile con un’ attenta  partecipazione degli enti preposti, con il coinvolgimento di privati, imprenditori, che potrebbero investire con l’intento di creare nuove opportunità di lavoro e di risorse economiche".
 
Dopo aver scansato più volte buche nell’asfalto, fango e ciottoli di ogni dimensione, ci colpisce la visione  di cumuli di materiale…sono solo delle piccolissime discariche! Percorrendo nella direzione del Pusigno  ci imbattiamo in un rudere bellissimo, magico, resti di un convento …ci colpisce la presenza di un materasso in disuso, abbandonato quasi a ricordare al viandante che è l’ora del riposo. 
"…E’ proprio il caso di dire  che il tempo si è messo a dormire!"

Considerando il numero così elevato di cittadini che si sono insediati in questa zona, viene spontaneo chiedersi ma come mai la gente  sopporta tutti questi disagi?
"Infatti, si sta parlando di circa settecento famiglie, come se si fosse creata una nuova frazione. La zona Previteri è diventato un quartiere a sé…un mondo a parte. E’ un quartiere urbanizzato di recente, la gente sopporta, perché vive di speranze e di promesse. Ad ogni cambiamento politico si ritrova ad avere rinnovate tutte le promesse. Poi è chiaro che la gente ha bisogno, sono proprio i tanti bisogni che portano a tacere. Non tutti hanno la certezza del lavoro e preferiscono stare zitti per non perdere quella piccola possibilità di lavoro stagionale. Tutto questo poi può generare l’incuria che stiamo vedendo. Nel senso che la gente non vedendo alcuna speranza di cambiamento, si lasciano un po’ andare. Assistono, passivamente, al fatto che non esiste una ripresa , subentra l’apatia e lo sconforto . La gente se non riceve stimoli, se non vede una via d’uscita, un progetto da parte delle istituzioni, un programma per il futuro, è chiaro che si ferma e rimane a guardare. Anche perché i tempi sono molto difficili per la grave crisi economica che ci sovrasta. A proposito di crisi economica e di programmi seri, sarebbe opportuno parlando di turismo, avviare un tavolo serio di discussione e di idee per incominciare a rilanciare l’immagine del nostro territorio. Da tempo nell’associazione  della quale sono il  presidente, abbiamo discusso di questo tema e siamo a buon punto circa l’organizzazione di un confronto sul tema del  marketing territoriale. A questo primo incontro abbiamo intenzione di mettere in rete alcuni sindaci della costa, con alcuni dei quali siamo già a buon punto, invitando dei relatori di fama nazionale per avviare una discussione molto seria e operativa  sull’argomento".

 
Al bivio S. Anna, ritornando in direzione Marina, troviamo un grande cantiere dove i lavori sono fermi da ormai troppo tempo…
"Siamo di fronte ad un sogno incompiuto il nostro palazzetto dello sport. Il tetto fatto con legno lamellare, alle intemperie si sta praticamente rovinando, rischia di marcire prima del tempo… centinaia di migliaia di euro. Con le  intemperie e senza alcuna protezione, ben presto sarà un cumulo di macerie. Questa struttura, doveva essere il nostro fiore all’occhiello, sarebbe stata l’invidia dell’intero comprensorio. Un grande polo dell’aggregazione e del tempo libero per tutti i nostri giovani, per non parlare delle possibilità lavorative che avrebbe potuto generare. Un spazio nel quale la solitudine, che caratterizza i lunghi e tediosi inverni, non avrebbe avuto più vita facile".
 

Come si è arrivato a questo?
"Per l’irresponsabilità politica e soprattutto per una serie di cavilli burocratici, che ritengo superabili con un gesto di grande responsabilità e di buona volontà, per la realizzazione di un sogno comune. La posta in gioco è molto alta, in ballo c’è il potenziamento del lavoro per tanti nostri giovani e per lo stesso turismo, che potrebbe individuare nella realizzazione  di  questa opera, un buon esempio nel  rilancio d’  immagine".
 
Sembra limitante dire:’irresponsabilità politiche’                                                                       "Direi di si, occorrerebbe una forte pressione da parte dei cittadini per il completamento di questo progetto. Non si sono ancora fatti sentire con determinazione. L’apatia in questi  luoghi si è diffusa in maniera esponenziale. L’ apatia è figlia della paura, è figlia dei ricatti, delle sottomissioni".
 

Ci potrebbero essere altre motivazioni che a noi sfuggono?

"Io penso proprio di sì, altrimenti non si spiega come mai un progetto così importante e indispensabile, che porterebbe tante risorse al nostro comune, non si riesca a portarlo a risoluzione. Sicuramente c’è qualche motivazione che a noi sfugge, bisogna cercare di capire…"
 

Percorrendo la strada dell’illogicità, pensiamo per un attimo che l’opera rimanga incompiuta. Cosa succederà di tutto questo? 
"Nell’immediato, la struttura può diventare ben presto fatiscente. Successivamente, si potrebbe ipotizzare un possibile abbattimento. Con la logica conseguenza di uno spreco di risorse inaccettabile a danno dell’intera comunità. A meno che qualche privato, mosso a pietà, non la rilevi per aggiustare i conti della comunità, facendone,  suo malgrado, un proprio  tornaconto. Intanto lo spreco di tutte queste risorse finanziarie, potrebbe determinare il dissesto finanziario dell’intero comune, infatti, dopo il fermo dei lavori  la ditta appaltante molto presto avanzerà delle pretese creando non poche difficoltà agli amministratori. Questo argomento, è l’argomento quotidiano di tutte le nostre battaglie politiche. Noi, come opposizione, abbiamo proposto un tavolo di lavoro. Un  fronte comune formato da maggioranza e opposizione, cittadini, associazioni culturali e di categoria, imprenditori e quant’altro per riuscire ad imboccare la strada giusta per la risoluzione di questo problema. Abbiamo pochissimo tempo prima che tutto vada  in rovina".


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Consigliati per te

©Riproduzione riservata