Campania, De Luca: «Ripartire senza chiudere più». Ascierto: «Guardare al futuro»
| di Luigi MartinoRipartire sì, ma per non richiudere più. Sullo sfondo, la necessità di avviare il comparto turistico, le difficoltà degli imprenditori, molti dei quali finiti nelle maglie dell’usura, e la speranza di poter ottenere un vaccino efficace per dire addio al rischio contagio da Covid-19. Di questo si è discusso in una videoconferenza organizzata da Scuola Giuridica Salernitana, diretta da Fabio Coppola, moderata dal professore Andrea Castaldo, ordinario di Diritto penale all’università di Salerno. In un messaggio, il ‘governatore’ della Campania, Vincenzo De Luca, ribadisce «l’impegno della Regione nella gestione della fase due, dopo aver gestito, crediamo nel migliore modo possibile, la fase precedente». Perchè si possa riaprire tutto, «per non richiudere più, cosa che sarebbe davvero insostenibile», rimarca De Luca, «occorre senso di responsabilità e la maggiore garanzia possibile sul piano sanitario. Da qui, il nostro slogan ‘Campania sicura’». Per De Luca, «è questa la parola d’ordine per rilanciare il turismo che rappresenta un settore trainante della nostra regione», ma Campania sicura vuole essere, innanzitutto, «sul fronte sanitario ed epidemiologico» che offrirebbe più garanzie ai turisti.
«La Regione – rivendica – ha messo in campo un piano socio-economico che non ha eguali in Italia, quasi un miliardo di euro stanziati e all’ottanta per cento già immessi nel circuito produttivo, per le famiglie e per i pensionati in difficoltà». Evidenzia, dunque, la necessità di «guardare al futuro con fiducia e avere coraggio, per sconfiggere innanzitutto la paura e la diffidenza». Giorni difficili sono stati quelli in cui cominciavano ad arrivare i primi malati di coronavirus negli ospedali. «C’è stata emergenza ma non c’è stata sofferenza per le strutture sanitarie», ricorda Paolo Ascierto, oncologo dell’istituto Pascale di Napoli, che spiega come il farmaco Tocilizumab «ha dimostrato che riduce il tasso di mortalità che è l’obiettivo che avevamo scelto. Quindi, è un trattamento che sappiamo di poter avere a disposizione, qualora, facendo i dovuti scongiuri, ce ne fosse la necessità». Ma, «per ogni cosa, c’è bisogno di una sperimentazione clinica». Ascierto liquida, poi, le polemiche derivanti da uno ‘scontro’ a distanza con il suo collega dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, dicendo: «Noi facciamo il caffè buono, se vuole il caffè è già pagato, come diciamo a Napoli».
Il vicecapo di gabinetto del presidente della Regione Campania, Almerina Bove, dei primi giorni dell’emergenza, rammenta «alcune sere in cui la preoccupazione è stata forte». E, parlando in qualità di commissario della fondazione Ravello, sottolinea che «sul piano culturale e turistico in Campania abbiamo le bellezze dei luoghi, naturalistiche, i monumenti e i luoghi d’arte che sono un grande richiamo. Ma, abbiamo anche un altro importante valore, l’affidabilità e la serietà della Regione Campania che è un elemento che può fare la differenza anche sul piano turistico». Intanto, con il lockdown, è calato, in generale, il numero dei reati, ma si è registrato un incremento del fenomeno dell’usura. «Addirittura – ragiona l’avvocato Antonio Picarella, di Sos Impresa snocciolando i dati del Viminale – a marzo ci sono stati meno di 70mila reati rispetto ai più di 200mila dello scorso anno. E’ significativo che questo sia avvenuto dove il lockdown sia stato particolarmente efficace. Infatti, ai primi tre posti, ci sono Lombardia, Veneto e, poi, la Campania che ha deciso di adottare sin dall’inizio una politica molto rigida per evitare i contagi». Il dato contrastante, però, è sull’usura «che ha registrato un aumento del 9,1% rispetto agli altri reati. Perchè è un reato che riesce a entrare nelle imprese anche a saracinesche abbassate e nelle famiglie che hanno avuto la porta chiusa».
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