Campania, riaprono le scuole: il Tar boccia l’ordinanza di De Luca
| di Luigi MartinoLe scuole dell’infanzia, elementare e media inferiore della Campania devono riaprire: il Tribunale amministrativo regionale ha accolto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza della Regione firmata dal presidente Vincenzo De Luca. Il ricorso è quello presentato da alcuni genitori rappresentati e difesi dagli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci.
Stamane la Regione Campania aveva tentato di motivare le proprie decisioni con una memoria difensiva che poneva l’accento sulla gravità dei contagi. Niente da fare: il Tar è stato durissimo in tal senso:
Considerato che neppure risulta che la regione Campania sia classificata tra le “zone rosse” e dunque nella fascia di maggior rischio pandemico e che il solo dato dell’aumento dei contagi nel territorio regionale, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica (nei confronti della quale, peraltro, come detto operano le vigenti disposizioni precauzionali in caso di accertata o sospetta positività) e peraltro neppure certo (posto che se ne lamenta al contrario l’incertezza derivante dall’incompleto tracciamento) e la sola mera possibilità dell’insorgenza di “gravi rischi”, predicata in termini di eventualità, non radicano (né radicherebbero) per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria, che, in astratto, potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale, a tacer d’altro perché già considerati, e ampiamente, dal legislatore nazionale.
Secondo la Quinta sezione del Tar Campania, presidente Maria Abruzzese: «è dubbia anche l’idoneità della misura disposta, tenuto conto della prolungata chiusura connessa alle festività natalizie, che non ha, tuttavia, evitato l’aumento registrato dei contagi».
Dunque ora cosa succede? Il Tribunale ha accolto l’istanza cautelare e per sospeso l’esecutività dell’ordinanza impugnata nella parte di interesse dei ricorrenti, fissando per la trattazione collegiale la camera di consiglio dell’8 febbraio 2022. Ovvero fuori tempo massimo, visto che la chiusura delle scuole voluta dalla Regione si sarebbe conclusa il 29 gennaio.
Nella memoria difensiva l’ente regionale aveva parlato di «aumentata pressione sui servizi ospedalieri» con un valore di Rt di ospedalizzazione ad 1,78 e una ulteriore proiezione di crescita nella prossima settimana, tale da poter raggiungere le soglie di occupazione posti letto di Terapia Intensiva e di area medica supera il 50% nel prossimo mese.
Stamattina anche il governo aveva presentato attraverso l’Avvocatura di Stato, un articolato ricorso contro l’atto di De Luca, firmato dai ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute, Roberto Speranza.
Le ordinanze dei Comuni restano in piedi se non hanno come presupposto l’atto regionale. A meno che i sindaci non decidano di ritirarle. Dunque per Sapri e Vallo della Lucania, dove i sindaci nei giorni scorsi hanno sospeso la didattica in presenza anche per le scuole superiori, gli alunni di quest’ultime continueranno con la dad.
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