Campania zona rossa fino al 19 aprile
| di RedazioneLa Campania resta in zona rossa Covid-19 per altri 7 giorni ma potrebbe rimanerci per due settimane, quindi fino a metà aprile. Smentendo ogni indiscrezione e ipotesi basata sulla proiezioni e sull’analisi dei dati dell’ultima settimana, il monitoraggio della cabina di regia Iss col ministero della Salute colloca la regione nuovamente – siamo alla quinta settimana – in zona rossa, cioè nell’area di massima restrizione (chiusi ristoranti e bar tranne che per domicilio e asporto, chiusi barbieri , parrucchieri, estetisti). Il motivo è l’RT superiore a 1,25. In Campania l’indice di contagio Rt è 1.33 (1.30;1.36). Confermata dunque la proiezione della Regione di qualche giorno fa.
Nell’ultima settimana 11 Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due (Campania e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Sei Regioni hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2.
Un altro elemento che in questi giorni preoccupa molto chi segue l’andamento dei dati Covid-19 è la mortalità che in regione si mantiene con andamento piuttosto alto. Basti pensare che il 23 marzo scorso la Campania registrava i 5mila morti di Covid dall’inizio della pandemia (marzo 2020) e che ieri, 1 aprile, il bollettino dell’Unità di crisi registrava 5.418 morti. Quindi oltre 400 vittime in appena 7 giorni.
Dalla riunione della Cabina di Regia sul monitoraggio settimanale emerge un Rt nazionale in calo (0,98) ed una tendenza alla diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (34,4% vs 33,8% la scorsa settimana). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (41% contro il 39% della scorsa settimana). L’incidenza, comunque, sottolinea l’Istituto superiore di sanità in merito ai dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia, «resta elevata e ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».
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