Cani scheletrici e ammalati rinchiusi in gabbie: blitz dell’Enpa
| di Luigi MartinoUna importante operazione a tutela degli animali d’affezione è stata posta in essere giorno 17 luglio in una vasta operazione condotta dal Nucleo Provinciale Guardie ENPA di Salerno unitamente al personale dell’ASL di Salerno Dipartimento di Prevenzione -Unita Operativa Veterinaria – Distretto di Eboli, personale dell’Arma dei Carabinieri e del Nucleo Guardie Zoofile Accademia Kronos di Salerno. L’operazione che ha interessato il territorio dell’alto ebolitano, ha consentito di accertare che un imprenditore agricolo titolare di un’azienda di circa sei ettari, da tempo deteneva in condizioni etologicamente incompatibili alla loro natura circa 25 cani di varie razze ed età. Solo grazie alle accurate indagini svolte dal personale dell’ENPA si è riusciti ad individuare l’azienda e porre in essere un controllo congiunto che ha consentito di accertare come il titolare dell’azienda, per motivi incomprensibili detenesse venticinque cani in condizioni a dir poco pietose, infatti, all’atto del controllo i militari ed il personale intervenuto rinveniva la presenza di cani denutriti, scheletrici e malati che vagavano all’interno dell’azienda ma, proprio la successiva attività ispettiva dell’azienda consentiva di rinvenire numerosi cani rinchiusi in gabbie minuscole normalmente utilizzate per l’allevamento dei conigli ed altri cani rinchiusi in gabbie nascoste in un capannone, immersi da tempo nelle loro escrementi ed al buio.
A seguito di quanto accertato il personale intervenuto grazie alla preziosa disponibilità dell’ASL, procedeva inizialmente ad accalappiare i cani, microcipparli e poi avviare immediatamente le profilassi necessaria per curare le malattie riscontrate.
Tuttavia, proprio grazie alla accurata attività ispettiva dell’intera superficie aziendale, i militari e gli operatori intervenuti su posto, accertavano e documentavano fotograficamente la presenza di centinaia di ossa di animali riconducibili a specie ovicaprine, bufaline ma anche di cani e proprio a pochi passi da un deposito in un’area altamente degradata, gli agenti rinvenivano una carcassa di un cucciolo quasi completamente bruciata tra i rifiuti che il titolare dell’azienda smaltiva sui suoli.
Una scena raccapricciante che tuttavia evidenziava ulteriormente il degrado le condizioni terribili di detenzione degli animali in quello che appariva un vero e proprio lager. Al termine delle operazioni, gli animali venivano fatti immediatamente spostare in attesa di ulteriori disposizioni dell’Autorità Giudiziaria, inoltre avendo riscontrato su gran parte della superficie aziendale l’ingente presenza di diverse categorie merceologiche di rifiuti speciali non pericolosi disseminati (inerti di origine edilizia, rifiuti ferrosi, plastici, ossa animali, carcasse di auto, oltre duecento pneumatici esausti di varie dimensioni, macchinari agricoli dismessi, etc.), i militari dell’Arma procedevano al sequestro giudiziario dell’intera superficie aziendale, per poi denunciare in stato di libertà il l’imprenditore per i reati di maltrattamento animale ed illecita gestione e smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.
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