Capaccio saluta Ciccio: «La sua morte non sia inutile»
| di Luigi MartinoSi sono svolti mercoledì mattina, nella chiesa Santa Maria dell’Assunta, nella contrada Licinella di Capaccio Paestum, i funerali di Francesco De Santi, il 33enne capaccese assassinato all’alba di domenica scorsa, con tre fendenti ad opera del 25enne Vincenzo Galdoporpora, assassino reo confesso al culmine di una lite finita in tragedia. Lacrime e commozione – come riporta La Città di Salerno – in una chiesa gremita da tante persone, familiari, amici, conoscenti o semplici cittadini, che hanno voluto dare l’ultimo saluto al giovane pizzaiolo, vittima di un efferato delitto.
Il monito del parroco
«Questa morte non sia inutile», ha detto il parroco, don Valeriano Pomari, durante l’omelia. «Quella di Francesco – ha proseguito – è stata una morte tragica che esprime il dolore e il mal di vivere, cose che di solito leggiamo sui giornali o vediamo ai tg. E invece questa volta ha toccato la nostra comunità. Il sacrificio di Francesco non sarà vano se a quel male subito non rispondiamo con altro male…». Mamma Elvira ha trascorso tutto il tempo della funzione funebre di fianco alla bara bianca del figlio, quel giovane strappato alla vita, troppo presto, da un altro giovane come lui. A poca distanza papà Pasquale e le sorelle Assunta e Sofia, affranti per quella perdita improvvisa.
Le parole del sindaco
Anche Franco Alfieri, presente in chiesa con una rappresentanza dell’amministrazione comunale, ha voluto esprimere la sua vicinanza: «In questi momenti – ha detto – bisognerebbe far parlare il silenzio. Non nascondo la commozione e la difficoltà a trovare le parole giuste in momenti come questi. Nessuno può tentare di colmare la voragine che si è aperta nel cuore dei genitori e delle sorelle. Una cosa innaturale e inaccettabile, quello che è accaduto. Un episodio che ha lasciato sgomenta l’intera comunità capaccese. Sono situazioni che noi avvertiamo lontane ma poi quando piombano vicino a noi, ci spiazzano. È un fatto grave quello che è successo, e tutti noi, parrocchie, famiglie, Istituzioni abbiamo il dovere di fare qualcosa rispetto a questo disagio, affinché fatti come questo non accadano più. Bisogna lavorare affinché tutti possano dare il giusto valore alla vita e che non succeda più che, da un litigio, si possa arrivare la morte».
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