Capitello, casa in fiamme e cani morti: «Io so chi è stato, l’incendio è doloso»
| di Luigi Martino«Hanno appiccato il fuoco nel terrazzino della mia abitazione perchè ce l’hanno con me da sempre. Io so chi è stato». Ana Crispino, 62 anni, responsabile della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente (LEIDAA) di Sapri, ha la voce tremante e gli occhi spenti. Giovedì scorso una telefonata le ha cambiato per sempre la vita. «Ero in ospedale a Polla dove lavoro come anestesista, una turista, moglie di un mio paziente, mi ha dato la triste notizia. Sono scoppiata a piangere terrorizzata per il destino dei miei cagnolini».
Il fatto
L’abitazione dove vive insieme al marito Cesare, è ubicata a Capitello, una piccola frazione marittima del Comune di Ispani, nel Golfo di Policastro, ed è stata completamente distrutta dalle fiamme. La natura del rogo non è ancora chiara. E’ stata aperta un’indagine alla quale stanno lavorando i vigili del fuoco del comando provinciale e un perito di parte nominato dalla donna. «In quella casa sono in affitto – racconta Ana – prima viveva anche mia mamma con noi. Lì dentro avevo tutto, mi hanno distrutto i ricordi e i sacrifici di una vita intera, oltre a provocare la morte atroce di quattro miei bambini».
La tragedia
Nell’incendio sono morti Sofia e Melissa, due cuccioli che presto sarebbero andati in adozione, e poi Sofia 1 e Ughetto, che erano con Ana da 7 e 5 anni. «Ughetto era quello che prendeva tutti i cagnolini e li ospitava, li faceva giocare nel tunnel. Per dare un futuro ai cagnolini sono disposta a tutto. Si deve fare giustizia per questi angeli – racconta -. Io ho 102 cani in tutto, sono la mia vita. Sono tutti al rifugio vicino al fiume a Policastro Bussentino. Qualche anno fa anche lì sono venute delle persone e me li hanno avvelenati, hanno gettato del lumachicida. In quell’occasione sono morti dodici cuccioli, per me ricominciare è stato davvero difficile ma ho trovato la forza proprio in Ciccio, il cagnolino preferito di mamma che le ha salvato due volte la vita. Ciccio ha salvato gli altri cani nell’incendio. Quando l’ho incontrato la prima volta, in campagna, era solo e infreddolito. Io ero molto depressa in quel periodo, lui mi ha dato delle motivazioni incredibili per non mollare e tornare a vivere». Così ha rimesso in piedi il rifugio, lo ha ripopolato di randagi che poi man mano passavano a casa sua, a gruppi di 7-8 per volta. Ana li rieduca, li alleva, gli insegna dove fare i bisogni e a stare lontano dalla tavola quando la famiglia pranza o cena. Poi li cede in adozione ad altre famiglie, prima però si assicura di tutto e ci tiene ad assicurare un destino felice ad ognuno di loro.
Le indagini
I cagnolini che hanno perso la vita nel rogo di qualche giorno fa, sono stati sottoposti ad esame autoptico: «Ho sperato e pregato fino alla fine che avessero inalato anidride carbonica e che fossero solo caduti in un sonno profondo ma alla fine ho dovuto accettare la loro dipartita. Chi ha compiuto un gesto così spregevole deve pagarla, non può passarla liscia. Sono morti in modo atroce, nei video che circolano sugli smartphone si sentono i loro latrato che mi crepa il cuore dal dispiacere – continua Ana -. Ogni volta che arriva il mese di luglio e agosto per me arriva la disperazione, mi minacciano in continuazione perchè alla gente da’ fastidio che io ho così tanti cani in casa. Avevo anche installato le tapparelle e gli infissi per non far udire rumori al vicinato ma ultimamente stavo pensando di comprare casa altrove, in questo paese odiano i cani».
La ricostruzione
Ma cosa è successo quella mattina? «Io alle 5 ho fatto il caffè per mio marito Cesare. Lui è un fabbro, doveva uscire più tardi per lavoro e io dovevo recarmi in ospedale a Polla. Ho fatto il caffè e ho spento la cucina, infatti il piano cottura è completamente intatto, questo per smentire qualcuno che voleva insinuare che le fiamme fossero partite da lì. Poi sono andata a lavoro e mio marito è uscito di casa qualche ora dopo, alle 10.00. Alle 10.32 è arrivata la telefonata che mi informava della tragedia. Non vi dico quando ho trovato i cagnolini inermi, mi è venuto un colpo al cuore. Poi sono stata aggredita proprio sotto casa al mio arrivo e sono stata ricoverata in ospedale. Una storia assurda».
La speranza
Adesso Ana vive in una piccola abitazione di Policastro Bussentino, a pochi chilometri dal luogo della tragedia. «Non ho la televisione, nè tantomeno il telefono fisso. A parte pochissimi amici nessuno si è interessato di me e dei miei cani, nemmeno le istituzioni e le autorità della zona. Non ho ricevuto nemmeno una telefonata per chiedere come stavo e se servisse qualcosa. Devo trovare la forza di andare avanti perchè ci sono tanti cuccioli che continuano ad avere bisogno di me. Lo faccio anche per onorare i miei quattro angeli che adesso corrono felici al di là dell’arcobaleno e non stanno con questa gentaglia che li ha ammazzati».
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