Capitello, otto indagati per l’installazione dell’antenna nel centro abitato
| di Maria Emilia CobucciSono otto in totale le persone iscritte nel registro degli indagati dal Tribunale di Lagonegro per la questione relativa all’installazione dell’antenna nel centro abitato di Capitello, frazione costiera del Comune di Ispani nel Golfo di Policastro. Più precisamente a finire nei registri della Procura sono il proprietario del terreno, la società di telefonia Tim nella persona del suo procuratore e dell’ amministratore delegato, la società progettista ed il suo direttore dei lavori ed infine i rappresentanti legali delle tre imprese esecutrice dei lavori.
Una disposizione scattata dopo le indagini condotte dagli uomini dell’ufficio circondariale di Palinuro diretti dalla Tenente di Vascello Amalia Mugavero. Si tratta di una questione risalente allo scorso mese di Agosto, periodo in cui l’antenna era stata installata. E già allora da parte dell’amministrazione capeggiata dal Sindaco Francesco Giudice era stata emessa un’ordinanza con la quale veniva intimato alla compagnia proprietaria della stessa di rimuoverla entro 15 anni. Anche se l’antenna non era ancora funzionante.
Una questione della quale era stato subito dopo interessato il Tar della Campania sezione di Salerno. Quest’ultimo nel mese di ottobre aveva respinto il ricorso presentato da Telecom Italia S.P.A. contro il Comune di Ispani con il quale veniva chiesto l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, dell’ordinanza del 18 agosto del 2021 con la quale il responsabile dell’area tecnica del Comune di Ispani ordinava a TIM di non proseguire i lavori di installazione di un’antenna provvisoria di tipo carrato iniziati all’interno del Comune.
Tra le motivazioni rese dal Tar risulta che «nel caso di specie, l’impianto, ancorché temporaneo, ha dimensioni sicuramente molto rilevanti e di sicuro impatto paesaggistico». Secondo il Tar dunque il principio di «diffusione delle infrastrutture a rete della comunicazione elettronica, pur comportando una compressione dei poteri urbanistici spettanti al Comune, non consente di derogare alle discipline poste a tutela degli interessi di tipo naturalistico e/o ambientale». Negli ultimi giorni i risvolti della vicenda: gli otto indagati dovranno rispondere a vario titolo dei reti di occupazione abusiva di spazio demaniale, violazione del codice dei beni culturali e deturpamento di bellezze naturali.
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