Caselle in Pittari, giovani esploratori alla scoperta delle meraviglie sotterranee con il Summer Camp Speleo Young
| di Marianna ValloneDal 23 al 29 luglio decine di ragazze e ragazzi provenienti da diverse regioni italiane e persino dalla Spagna hanno partecipato al Summer Camp Speleo Young a Caselle in Pittari, nel suggestivo scenario del Fiume Bussento. Un evento organizzato da Tetide APS, in collaborazione con la cooperativa Labor Limae e l’amministrazione comunale di Caselle in Pittari, il contributo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e il patrocinio della Federazione Speleologica Campana, della Società Speleologica Italiana – ETS e dell’Associazione Italiana Cultura Sport – APS Comitato Provinciale Salerno – APS.
L’obiettivo principale di questa iniziativa è stato introdurre i giovani partecipanti alla scoperta della speleologia, un’attività affascinante e coinvolgente che ha permesso ai giovani provenienti da Campania, Puglia, Abruzzo, Lombardia e Spagna, di esplorare il misterioso mondo sotterraneo. Durante il camp, i ragazzi hanno avuto l’opportunità di partecipare a varie attività in campo, che sono state completate da incontri didattici sui concetti quali territorialità, patrimonio archeologico, coscienza ambientale, difesa degli habitat naturalistici, impatto antropico e altro ancora.
Le giornate trascorse nel Summer Camp sono state ricche di esperienze per i partecipanti che hanno potuto cimentarsi con il torrentismo e le prime esplorazioni all’interno delle grotte, imparando l’uso delle imbracature e le tecniche di discesa e risalita delle forre. Queste attività hanno fornito loro un’occasione unica per sperimentare il contatto diretto con la natura e sentirsi parte integrante di essa.
«Partendo dal presupposto imprescindibile che l’istruzione scolastica è pietra angolare della società fiorente, è bene considerare anche che a tale istruzione va affiancata una conoscenza diretta, espressamente fisica, del territorio in cui si vive e col quale sempre troppo poco ci si rapporta. – ha spiegato l’associazione Tetide – Un territorio fatto di delicati ecosistemi fluviali, boschivi, sotterranei che hanno sempre più necessità di essere conosciuti, e quindi difesi, dalle nuove generazioni. Allo stesso modo, i ragazzi e le ragazze dei nostri paesi, nell’era del metaverso e dei social digitali, hanno bisogno ora più che mai di conoscere i luoghi della propria regione in modo diretto, esperienziale, per poi ri-conoscerli quale ricchezza collettiva da difendere, patrimonio naturale in cui vivere e crescere. Cimentarsi in attività esplorative, altamente formative nella loro delicata età dello sviluppo, diventa opportunità non solo d’apprendimento nozionistico ma di crescita interiore e sociale tout court».
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