Sala Consilina: emessa la sentenza, per i giudici è colpevole
| di Redazione Condanna a 4 anni e 11 mesi di reclusione. E’ questo il verdetto emesso nel pomeriggio di ieri dal Tribunale di Sala Consilina, in relazione al procedimento penale nei confronti di Giuseppe Russo, il giovane di Camerota accusato di violenza sessuale nei confronti di una 32enne del saprese.
Il collegio giudicante – composto dal presidente Luciano Santoro e dai giudici Agostino Pasquariello e Stefania Coppo – ha in tal modo accolto in parte la richiesta formulata nella requisitoria dal pubblico ministero, Guglielmo Valenti, che aveva avanzato al tribunale una richiesta di pena pari a 6 anni e 8 mesi di carcere. Tale diminuzione è conseguente al riconoscimento delle attenuanti generiche; i giudici hanno tenuto conto, dunque, del fatto che l’imputato risultava incensurato.
L’emissione della sentenza è stata preceduta dall’arringa difensiva di Carbone, l’avvocato che insieme ad Angelo Paladino ha difeso Giuseppe Russo nel processo. Carbone, come aveva fatto Paladino nell’arringa dello scorso 4 marzo, ha sottolineato nel suo intervento difensivo alcune vicende riguardanti la personalità e il vissuto della donna, ritenuta "non credibile" nel quadro dell’impianto difensivo.
I giudici hanno dunque in sostanza accolto la versione riferita dalla donna rispetto a quanto sarebbe accaduto nella tarda serata del 27 luglio scorso, nella sua abitazione, situata lontano dal centro abitato, nei pressi di Ispani.
Secondo lei e secondo quanto aveva richiesto il pubblico ministero, Giuseppe Russo sarebbe giunto a casa sua poco dopo le 23 senza essere stato invitato e avrebbe immediatamente fatto violenza su di lei. Poi, dopo aver fumato una sigaretta, sarebbe andato via.
Invece, secondo Giuseppe Russo, quella sera, un paio di ore prima, sarebbe stato contattato e invitato a casa dalla donna, con la quale aveva già avuto dei rapporti l’8 e il 9 luglio. Avrebbero poi avuto, a suo dire, un rapporto sessuale "assolutamente consenziente". Dopodichè la donna, mentre si trovavano sul balcone della sua abitazione, "pretendeva di stabilizzare il rapporto" – come ha riferito Paladino al Giornaledelcilento.it – e avrebbe chiesto a Russo degli aiuti, facendo riferimento pure alla ristrutturazione della casa. Allora l’uomo avrebbe fatto cadere la discussione e sarebbe andato via.
"La sentenza è a nostro avviso ingiusta, poichè non tiene conto di diverse risultanze processuali che noi riteniamo essere chiaramente a favore di Russo. La impugneremo immediatamente", ha commentato Paladino dopo il verdetto "la vicenda è piena di aspetti dubbi e la presunta vittima è assolutamente poco credibile". Il legale ha fatto nuovamente riferimento alla "fase delle indagini, su cui gravano dei seri dubbi, visto anche che alcune delle persone impegnate avevano rapporti di amicizia con la donna".
I giudici si sono riservati 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza. Il secondo grado di giudizio si svolgerà con ogni probabilità alla Corte d’Appello di Salerno.
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