La perizia: il maestro è morto per negligenza dei medici
| di RedazioneLa richiesta di ecocardiogramma è spillata alla cartella medica. Risale al momento del ricovero, il 31 luglio. Ma quell’esame a Francesco Mastrogiovanni gliel’hanno fatto solo da morto. L’ecocardiogramma viene compiuto sette ore circa dopo il decesso, che sarebbe avvenuto all’una e quarantasei del 4 agosto, e non alle 7 e 20, come riportato in cartella.
E’ solo una delle anomalie che emerge dall’inchiesta sulla morte del 58enne maestro di Castelnuovo Cilento. Mastrogiovanni è deceduto nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania per un edema polmonare acuto dopo 80 ore di degenza con i polsi e le caviglie legate al letto. Secondo le 62 pagine della perizia del medico legale Adamo maiese, cofirmata dallo psichiatra Giuseppe Ortano, l’edema è "diretta conseguenza delle modalità con cui è stata effettuata la contenzione fisica" dal momento del ricovero sino alle 7 e 20 del 4 agosto, ridefinito come orario in cui i sanitari si sono accorti che il maestro era spirato. I due consulenti della procura sostengono che "il comportamento del personale sanitario che tenne in cura il Mastrogiovanni è stato negligente". Negligenza consistita "nel mettere in atto la contenzione fisica con le modalità sopra descritte" nel corpo della perizia, che tratteggia una sorta di telecronaca del filmato delle ultime 80 ore di vita del maestro. Una telecamera interna ha infatti registrato l’agonia dell’uomo e i nastri sono stati acquisiti al fascicolo. In tutto il video, Mastrogiovanni non mangia, non beve ( viene alimentato da un sondino ), non è mai controllato nè monitorato. E soprattutto, anche se i periti sottolineano che in cartella clinica non si fa cenno della contenzione in atto, non viene mai slegato.
"Eppure in cartella si legge con una certa frequenza: non si somministra terapia. Perchè dormiva spesso, quindi era tranquillo" afferma l’avvocato della famiglia, Caterina mastrogiovanni, cugina di Francesco. "Allora perchè non gli hanno tolto i legacci ogni tanto? Cambiando posizione avrebbe respirato meglio, si sarebbe salvato".
La perizia è uno dei perni delle accuse mosse dal pm Francesco Rotondo, che ipotizza il reato di omicidio colposo e ha chiesto la sospensione dalla professione per i 7 medici e i 12 infermieri del reparto di psichiatria del San Luca. Il gip Nicola Marrone deciderà sulle misure cautelari dopo aver ascoltato i 19 indagati. Gli interrogatori inizieranno il 4 dicembre.
FONTE: Il fatto quotidiano, articolo di Vincenzo Iurillo
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