Medici e infermieri a giudizio immediato, il 28 giugno comincia il processo
| di RedazioneIl giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vallo della Lucania, Nicola Marrone, ha decretato il giudizio immediato per i 18 sanitari del reparto di Psichiatria del "San Luca" di Vallo coinvolti nella vicenda della morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro 58enne di Castelnuovo Cilento deceduto per edema polmonare lo scorso 4 agosto. Mastrogiovanni aveva trascorso i quattro giorni del trattamento sanitario obbligatorio legato ad un letto del reparto, mani e piedi. I sei medici e i 12 infermieri dovranno affrontare dunque il processo che si aprirà con l’udienza fissata per il prossimo 28 giugno, alle ore 9 e 30.
I capi d’imputazione che gravano su tutti e 18 i sanitari – incluso il primario del reparto Michele Di Genio – sono quelli di sequestro di persona e "morte come conseguenza di un altro delitto". Per quanto riguarda il presunto sequestro di persona, il giudice scrive che i sanitari "privavano Mastrogiovanni della libertà personale, segnatamente disponendo che egli venisse legato al letto di degenza con delle fasce di contenzione ai piedi ed alle mani senza alcuna interruzione e senza che venisse mai slegato per più di tre giorni, senza effettuare alcuna visita di controllo sulle ferite che egli aveva riportato agli arti e al corpo a causa della contenzione, e senza curare le predette ferite, senza dargli nè cibo nè acqua, ma solo idratandolo con delle flebo."
Poi si legge sul decreto del gip che i medici e gli infermieri avrebbero "cagionato la morte di Mastrogiovanni, deceduto per edema polmonare acuto, segnatamente a seguito della commissione del delitto di sequestro di persona e con negligenza, imperizia e imprudenza consistite nel mantenere legato il mastrogiovanni al letto di degenza con mezzi di contenzione per più di tre giorni, senza effettuare alcuna visita di controllo sulle ferite […], senza disporre ed effettuare adeguata sorveglianza ed assistenza in modo da interrompere il progressivo stato di prostrazione fisica e psichica del paziente, senza dargli nè cibo nè acqua, ma solo idratandolo con delle flebo, senza slegarlo nemmeno per brevi pause ed a singoli arti".
Inoltre, Il primario e i medici del reparto risultano imputati anche per falso ideologico, poichè nella cartella clinica non c’è traccia della contenzione applicata a Mastrogiovanni.
Atraverso il video acquisito dagli inquirenti, dove c’è la cronistoria filmata di tutta la permanenza del maestro nel reparto di psichiatria, è stato evidenziato un trattamento simile pure nei confronti del compagno di stanza di Mastrogiovanni, G.M. Legato al letto, senza che tale misura fosse annotata nella cartella clinica. Anche per questa vicenda, Di Genio e due medici del reparto sono imputati per falso ideologico; inoltre, alcuni dei medici e degli infermieri risultano imputati di sequestro di persona nei confronti di G.M., il quale, secondo quanto scrivono i giudici, descrivendo quanto si vede nel video, "solo fortunosamente nel corso della notte riusciva a bere dell’acqua da una bottiglia appoggiata su di un tavolino, prima avvicinando il tavolino con un piede, poi facendo cadere la bottiglia ed in seguito addentandola con la bocca e riuscendo in tal modo a bere qualche sorso d’acqua".
Sarà dunque un processo a dover ora sancire le responsabilità su ciò che è accaduto la scorsa estate nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, che il Riesame di Salerno aveva definito "del tutto inidoneo, come si evince dalle foto e dal filmato, a svolgere qualunque funzione di accoglienza ed assistenza agli esseri umani".
Intanto Vincenzo Serra, cognato di Francesco Mastrogiovanni e componente del comitato "Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni", ha così commentato la decisione del gip: "Come familiari non possiamo che continuare ad esprimere apprezzamento per l’operato della magistratura inquirente di Vallo della Lucania. E’ un ulteriore ed importante passaggio perchè Francesco possa ottenere finalmente giustizia."
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