Castelcivita: imprenditore condannato a 5 anni per tentato abuso e licenziamento illegittimo

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Castelcivita: imprenditore condannato a 5 anni per tentato abuso e licenziamento illegittimo

Una storia di abusi e ricatti si è conclusa con la condanna definitiva di D.L., 57enne imprenditore di Castelcivita, accusato di aver sfruttato la condizione di indigenza di una giovane segretaria per sottoporla a molestie sessuali e ricatti. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa a giugno 2023 dal tribunale di Salerno, che ha condannato l’uomo a 5 anni e 6 mesi di reclusione.

La vicenda ha avuto inizio quando D.L., titolare di un deposito di carburanti agricoli e di un bar, assunse una ventenne di Eboli come segretaria, approfittando della sua situazione familiare ed economica disperata. La giovane viveva con il compagno disoccupato e la figlia di cinque anni a casa dei suoceri. D.L., consapevole del suo bisogno di lavoro, iniziò a ricattarla con avances sessuali, minacciando di licenziarla se avesse continuato a rifiutare i suoi approcci.

Secondo il racconto della vittima, l’imprenditore la molestava con continui palpeggiamenti e richieste insistenti di un rapporto sessuale completo. Nonostante i rifiuti della giovane, l’uomo continuava a fare pressione, offrendole anche denaro e favori economici, come un prestito al cognato della ragazza e un contributo per l’organizzazione della festa di compleanno della bambina.

La situazione precipitò quando l’imprenditore tentò di abusare fisicamente della giovane, cercando di forzarla. Solo la reazione determinata della ragazza riuscì a fermare l’aggressione. Poco dopo, l’uomo la licenziò, segnando il culmine di un periodo di violenze e abusi che la ragazza, disperata, decise di denunciare.

L’accusa, sostenuta dall’avvocato Marco Martello, ha portato alla condanna dell’imprenditore, che ha visto respingersi anche il ricorso presentato in Cassazione. Il tribunale ha riconosciuto la gravità dei fatti, sottolineando l’abuso di potere e la condizione di sudditanza economica in cui la giovane era stata costretta a vivere.

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