Castellabate, netturbino deceduto dopo incidente su lavoro: 1,5 milioni di euro alla famiglia
| di Antonio VuoloIl datore di lavoro di Mario Venosa, un netturbino deceduto nel 2007 a Castellabate in seguito ad una caduta dal camioncino per la raccolta dei rifiuti, dovrà risarcire i suoi familiari per una somma di oltre 1,5 milioni di euro secondo quanto stabilito dalla Corte di Appello di Salerno, Prima Sezione Civile. In precedenza, la Corte di Cassazione aveva annullato il verdetto che dichiarava il reato di omicidio colposo prescritto, dando ragione alle richieste dell’avvocato difensore della famiglia della vittima, Maurizio Caterino. Il conducente del mezzo di trasporto, difeso dall’avvocato Francesco Pecora, è stato invece assolto.
Un passo indietro
La tragica vicenda si è consumata nel 2007 sul litorale cilentano mentre Venosa stava svolgendo il servizio di raccolta rifiuti. Dopo aver gettato un sacchetto nel camioncino, il netturbino è improvvisamente scivolato e ha battuto la testa sul pedalino, morendo sul colpo.
La decisione
In primo grado, i giudici del Tribunale di Vallo della Lucania avevano condannato sia il conducente del mezzo che il datore di lavoro della vittima per omicidio colposo, nonché una provvisionale di circa 300mila euro a favore della famiglia costituita parte civile. Successivamente, la Corte di Appello di Salerno aveva emesso una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, ma questa decisione è stata poi annullata dalla Corte di Cassazione, che ha rimandato la questione alla Corte di Appello civile, la quale ha infine stabilito la responsabilità esclusiva del datore di lavoro nell’incidente in questione, escludendo ogni colpa da parte del conducente del mezzo.
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