Castellabate, omicidio Nowak. Il compagno: «Dite solo bugie. Dormivo nella roulotte»
| di Antonio VuoloUn mese dopo la tragica scomparsa di Silvia Nowak, la comunità locale si è ritrovata per un momento di preghiera e riflessione. La cerimonia si è svolta ieri pomeriggio, poco dopo le 16, l’ora esatta in cui la donna, 53 anni, era sparita per poi essere rinvenuta tre giorni dopo priva di vita e semi-carbonizzata in una pineta. La vicenda ha sconvolto l’intera cittadina, che si è unita per rendere omaggio alla sua memoria.
Circa una ventina di persone, in prevalenza donne, hanno partecipato all’iniziativa portando fiori e lumini, depositati sul muretto che separa la strada provinciale dalla pineta dove è stato ritrovato il corpo di Silvia. Uno striscione, affisso tra due alberi, recava una foto della vittima con la scritta: “Un mese fa eri da sola, oggi siamo tutte/i con te Silvia”.
“Una carezza d’affetto”
«Ci ritroviamo per ricordarla, per non lasciarla sola in quegli attimi di estrema sofferenza. È un gesto d’affetto, in attesa della verità», hanno dichiarato gli organizzatori dell’evento. Alla commemorazione ha partecipato anche Kai Dausel, 62 anni, compagno di Silvia e attualmente indagato dalla Procura di Vallo della Lucania con l’accusa di omicidio volontario. Accompagnato da due amici, Dausel ha nuovamente ringraziato i presenti per la solidarietà mostrata nei confronti della vittima.
Interpellato dai giornalisti, l’uomo ha risposto con parole ambigue: «Non avete alcuna idea, lasciate stare. Non capite niente, dite solo bugie». Un amico del sospettato, invece, ha difeso Dausel, affermando: «Chi ha detto che dormiva sulla sedia? Lui dormiva nella roulotte».
Le indagini: si attendono risposte decisive
Mentre il dolore della comunità resta vivo, sul fronte investigativo si attendono novità significative. Nei prossimi giorni sono attesi i risultati delle analisi condotte dai carabinieri del RIS di Roma nella proprietà di Silvia Nowak, confrontate con il DNA prelevato dal compagno. Fondamentali saranno anche gli esiti dell’autopsia e dell’esame istologico, che potrebbero chiarire le circostanze della morte.
Secondo le prime ricostruzioni, l’arma del delitto – forse un’ascia o un martello – non è ancora stata ritrovata. Gli inquirenti ipotizzano che Silvia sia stata colpita alla testa, ferita alla gola, all’addome e alla schiena nel tentativo di fuggire. Inoltre, un video agli atti mostra una figura umana lasciare la villetta di via Arena e inoltrarsi nella vegetazione, direzione opposta a quella in cui si trovava la vittima. Sebbene la visuale sia limitata, gli investigatori sospettano che possa trattarsi proprio del compagno. Un’altra telecamera ha poi ripreso Dausel mentre, intorno alle 17:30, usciva dalla casa per chiedere aiuto.
Il cammino verso la verità
Le indagini, coordinate dal procuratore capo facente funzioni Antonio Cantarella, proseguono con l’obiettivo di fare piena luce su una vicenda che ha lasciato una ferita profonda nella comunità. Nel frattempo, Ogliastro Marina non dimentica Silvia e continua a chiedere giustizia.
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