Castellabate, omicidio Silvia Nowak: il cellulare non è stato ancora esaminato

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Castellabate, omicidio Silvia Nowak: il cellulare non è stato ancora esaminato

A tre settimane dal tragico ritrovamento di Silvia Nowak, la 53enne cittadina tedesca trovata priva di vita e parzialmente carbonizzata in una pineta a Ogliastro Marina, proseguono senza sosta le indagini. La comunità locale e il consolato tedesco in Italia attendono risposte, mentre l’avvocato Felice Carbone, che rappresenta il compagno della vittima, esprime crescente preoccupazione per l’assenza di sviluppi concreti. “Aspettiamo risposte, è passato ormai troppo tempo senza alcun chiarimento su quanto accaduto” afferma il legale.

Le indagini sono nelle mani della Procura di Vallo della Lucania, che ha coinvolto i laboratori dei carabinieri del Ris di Roma per analizzare il materiale biologico raccolto nella villetta e nel giardino di via Arena, dove Silvia viveva con il suo compagno. Tracce sotto le unghie della vittima potrebbero fornire elementi utili per la ricostruzione del dna e permettere agli investigatori di risalire all’identità dell’assassino. “Al momento non sono emerse novità rilevanti”, sottolinea l’avvocato Carbone, indicando che la Procura non ha escluso nessuna ipotesi, esplorando sia la pista del femminicidio sia quella dell’omicidio premeditato.

Nel frattempo, l’analisi del telefono di Silvia, rinvenuto nella villetta, è stata posticipata per ulteriori approfondimenti. Un consulente tecnico incaricato si occuperà dell’esame del dispositivo per tracciare eventuali contatti, messaggi o indizi sul giorno della tragedia. Non si esclude, inoltre, un nuovo sopralluogo del Ris nell’abitazione, che rimane sotto sequestro. Anche il nulla osta per il rilascio della salma non è ancora stato concesso dall’Autorità Giudiziaria, ritardando la possibilità per la famiglia di dare a Silvia una degna sepoltura.

Tra le ipotesi più inquietanti che emergono dai recenti sviluppi figura quella di un attacco con un’arma contundente: Silvia potrebbe essere stata colpita con un’ascia o un martello prima di subire altre ferite gravi mentre tentava di fuggire. Il cadavere sarebbe poi stato trasportato nella pineta e in parte bruciato, forse per eliminare prove biologiche. Gli inquirenti ritengono che il delitto si sia consumato nel pomeriggio del 18 ottobre, subito dopo l’allontanamento della donna dalla villetta.

Al centro dell’inchiesta vi è anche il compagno della vittima, 62enne, il quale continua a dichiararsi innocente. A sollevare ulteriori sospetti, però, è un vuoto temporale nella sua testimonianza: secondo le telecamere di sorveglianza, l’uomo non sarebbe stato ripreso nel cortile della casa nel momento in cui Silvia si allontanava intorno alle 16. La sua presenza è invece registrata dalle telecamere dopo le 17:30, quando, preoccupato per il mancato rientro della compagna, ha chiesto aiuto a un ristoratore vicino. Questo intervallo di tempo è ora oggetto di verifica da parte della Procura.

Il compagno, assistito dal legale Carbone, è stato recentemente trasferito dal consolato tedesco in un’altra località della provincia di Salerno per proteggerlo dall’eccessivo stress mediatico. Gli investigatori, intanto, non escludono alcuna ipotesi, analizzando ogni aspetto del caso, compresi i dettagli sulle ferite inflitte alla vittima, la possibile dinamica e il ruolo che l’incendio potrebbe aver avuto nell’occultamento delle prove. “Capire l’entità delle ferite potrebbe rivelare molto sul profilo dell’assassino” spiega l’avvocato Carbone, che non esclude la possibilità che il crimine sia stato compiuto da più persone.

L’attesa per una svolta nelle indagini resta alta, e con essa cresce la tensione per una verità che potrebbe portare finalmente chiarezza su un caso che ha scosso la comunità di Castellabate e la stessa Germania.

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