Castellabate, sequestrate 83 casette all’interno di un villaggio: titolare nei guai
| di Luigi MartinoNei giorni scorsi, i militari del nucleo carabinieri Parco di Castellabate, coordinati dal maresciallo Giovanni Saviello, su disposizione della Procura della Repubblica presso il tribunale di Vallo della Lucania, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Vallo della Lucania. L’area sequestrata, di circa 23.000 metri quadri, comprende strutture in uso a un complesso turistico-ricettivo situato all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.
Il sequestro
Le indagini, condotte con l’ausilio di un consulente tecnico nominato dal pubblico ministero, hanno rivelato che nel corso degli anni, all’interno del complesso turistico-ricettivo, sono state realizzate 83 unità abitative stabilmente ancorate al suolo mediante sistemi metallici posti su blocchi. Queste unità, dotate di pavimentazione esterna e recinzione, risultano in totale difformità rispetto ai titoli edilizi posseduti.
Il complesso è composto da undici lotti collegati tra loro da una rete viaria e dotati di sottoservizi per la distribuzione dell’energia elettrica e per l’illuminazione. L’accertamento ha rilevato che la costruzione è avvenuta senza il presupposto piano lottizzatorio, il necessario permesso di costruire, l’autorizzazione paesaggistica e il nulla osta dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.
Gli abusi
A seguito delle scoperte, è stata contestata la lottizzazione abusiva in un’area non adeguatamente urbanizzata, con alterazioni rilevanti e permanenti dello stato dei luoghi e una radicale trasformazione edilizia e urbanistica. Tali interventi sono classificabili come nuova costruzione, totalmente difformi da quanto assentito.
Indagato il titolare
Il rappresentante legale della società che gestisce il complesso turistico-ricreativo è ora accusato di reati riconducibili ad abusi edilizi, paesaggistici e ambientali in un’area di particolare pregio naturalistico. Si precisa che il provvedimento cautelare è stato eseguito nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale dell’indagato sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.
Questa operazione evidenzia l’importanza della tutela ambientale e la necessità di vigilare sulle attività edilizie nelle aree protette, per preservare l’integrità del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.
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