Convegno “CULTURE ED OPERE” un grande porto a S.Maria di Castellabate
| di Marisa RussoIl Convegno sulla possibilità di realizzare un porto a S.Maria di Castellabate a Punta dell’Inferno che si terrà il 15 Maggio all’hotel La Pergola alle ore 18 in Corso Matarazzo 12, a Santa Maria di Castellabate, avrà come relatori il Presidente del Parco NCVD, Avv. Amilcare Troiano, il Dott. Domenico Di Luccia (Presidente di Cultura e Opere), il Prof. Vincenzo Pepe (Presidente di Fare Ambiente), la Prof. Eugenia Aloj (Prof. di Ecologia), il Prof. Enrico Totaro (Prof. di Sistemi Portuali Turistici), il Dott. Carlo Montone (Responsabile Turismo di Cultura e Opere) e l’Ing. Andrea Ingenito, progettista del Porto di Santa Maria.
Il porto è un tema di grande rilevanza per Santa Maria di Castellabate,
molto discusso e controverso.
E’ compatibile l’Aria Marina Protetta con la realizzazione del porto?
Che fine farebbe il turismo balneare???
Quale l’inquinamento che apporterebbe??
Quale la trasformazione delle coste e dell’habitat?
Il “protetto” raro Giglio di mare ( Pancratium Maritimun) sembra simbolo di questo territorio Parco Nazionale, “Patrimonio dell’Umanità”, protetto dall’UNESCO e Riserva di Biosfera del Programma MAB dell’Unesco, che impaurito e solitario attende il nuovo verdetto!!
Il progetto dell’Ing. Ingenito prevede la realizzazione di 500 posti barca in quella che e’ un’insenatura naturale localizzata tra il Cantiere Navale Ippolito e la Punta dell’Inferno.
Saranno trattati nel Convegno, in dettaglio, i temi attinenti la realizzazione del Porto, in particolare discutendo delle implicazioni sociali ed economiche, e delle normative amministrative da utilizzare, speriamo non sia trascurato l’aspetto ecologico, fondamentale in tale territorio.
“Nella zona in cui e’ stato progettato-aggiunge Domenico Di Luccia- consentirebbe l’abbellimento di un lungomare oggi lasciato a se stesso, quasi abbandonato, con la costruzione di passeggiate e l’arricchimento della zona con locali commerciali, bar, ristoranti, piste ciclabili, come in tutti i posti turistici in Italia e nel mondo. Relativamente all’impatto economico sul tessuto sociale di Castellabate, statisticamente un porto crea 1 posto di lavoro ogni 3 posti barca. Su 500 posti barca ci sarebbe la possibilita’ di creare circa 160 posti di lavoro oltre l’indotto per gli alberghi, i ristoranti, la cantieristica navale, i meccanici, gli elettricisti, etc, etc.”
L’abbellimento del Lungomare potrebbe essere indipendente, certo una zona portuale non offre di solito un’innalzamento della qualità dell’habitat da un punto di vista Ambientale generale!
Il professore di Ecologia ed Ambiente Giovanni Fulvio Russo dell’Università Parthenope di Napoli, da sempre studioso di Ecologia del Mare, del Consiglio Direttivo della Società Italia di Biologia Marina, intervistato, afferma “sono assolutamente contrario al porto di Punta dell’Inferno, che a mio modesto parere potrebbe costituire un serio pericolo per l’erosione delle spiagge del Pozzillo e del Lago, essendo in una posizione "strategica" per captare il trasporto litorale dei sedimenti necessari al ripascimento ed al mantenimento delle spiagge. Agirebbe come una "trappola" di sedimenti da mandare in discarica dopo continui dranaggi, poichè, data la sua posizione, il porto andrebbe incontro a continui insabbiamenti. Sarebbe una vicenda simile a quella già avvenuta per il porto di Policastro, che ha messo in ginocchio il turismo balneare nel golfo omonimo. Quindi, se si vuole puntare ad un incremento della portualità a Santa Maria, deve essere chiaro che si potranno avere forti ripercussioni negative su quel turismo balneare che fino ad oggi è stato il fulcro delle attività estive.”
“Sarebbe senz’altro invece utilissimo-aggiunge-l’ampliamento del porto di San Marco (unico sito idoneo, come già avevano capito i Romani).”
Alla prossima intervista, mentre, con il Giglio Marino, attendiamo lo sviluppo degli eventi!
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