L’analisi del piano Puc della giunta Maurano
| di Domenico Di LucciaIl PUC presentato e approvato in consiglio comunale non sembra essere una chance di sviluppo per il territorio, o almeno non sembra valorizzare le reali attitudini turistiche di Castellabate.
Il Piano dovrebbe innanzitutto valorizzare le risorse esistenti, migliorare i servizi e, ove possibile, destinare delle aree ancora fruibili con interventi migliorativi. Conosciamo benissimo i limiti del nostro territorio, soprattutto in relazione al sovraffollamento estivo, e forse sarebbe stato opportuno verificare prima di tutto la possibilità di migliorare la viabilità esistente e ricercare nuove aree di parcheggio da collegare al centro di Santa Maria.
In un territorio a chiara vocazione turistica non vi è alcuna rilevante area a destinazione turistico alberghiera. Sono state destinate grosse aree a sviluppo turistico residenziale che sembrano piuttosto delle aree di possibile speculazione edilizia.
Forse nell’opinione pubblica destinare una vasta area del territorio a zona edificabile rappresenta un’ottima opportunità, ma impoverire un intero territorio creando disservizi (fogne insufficienti, traffico paralizzato etc) e infittire il tessuto urbanistico attuale, da una parte aumenta gli immobili, e dall’altro ne inflaziona il valore. Tra l’altro va chiarito che non tutte le aree rientrano nei parametri di edificabilità poiché in molti casi si è già sfruttata ampiamente la cubatura disponibile, per cui molti cittadini potrebbero avere l’illusione di avere un terreno edificabile, ma nella realtà il vicino ha già saturato gli indici di costruzione.
Nessun intervento inoltre è previsto nell’edilizia scolastica, nessun intervento per la realizzazione di strutture sportive, nessuna indicazione sull’arredo urbano, nessun intervento nelle infrastrutture. Mentre i comuni vicini continuano un’attenta crescita salvaguardando e migliorando l’esistente, creando infrastrutture, e offrendo agli imprenditori possibili vie di sviluppo, Castellabate continua a ragionare nell’ottica del presente, e del clientelismo senza guardare con la giusta attenzione al reale potenziale del territorio, e soprattutto senza capire di aver perso un’altra occasione buona.
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