Castelli, storico conduttore di Stereonotte si racconta tra musica e parole
| di Marianna Vallonedi Marianna Vallone
Alberto Castelli, storico conduttore di Stereonotte (Radio Rai 1)
presenta il suo nuovo libro sulla black music “Soul to soul”
a Roscigno Vecchia il 2 febbraio, unica tappa campana. Fra le sue collaborazioni, Radio Norba, Radio Kiss Kiss, Radio Capital, Rockstar, Musica di Repubblica, Blow Up, Liberazione, e XL.
Tappa unica in Campania, la presentazione del libro di Andrea Castelli sarà accompagnata dalla “cucina dell’anima” di Vincenzo Pessolano, food maker con background da psicologo.
Sarà a Roscigno Vecchia, conosce un po’ la provincia di Salerno?
La conosco e la trovo molto bella, poi sono curioso di vedere finalmente Roscigno, mi hanno detto sia un posto magico.
Soul to soul, il suo ultimo libro, di cosa parla?
E’ un libro dedicato ad una serie di artisti e musicisti che ho conosciuto o personalmente oppure sono stati artisti molto importanti per me ma anche in generale. E’ un omaggio alla black music contemporanea, al reggae, all’hip hop, al blues, al soul, è una sorta di viaggio in questi linguaggio musicali che mi hanno colpito da sempre.
Nel libro racconta episodi veri ed altri che sarebbero potuti accedere. Perché questa formula?
Diciamo che il 70 per cento delle storie scritte sono tutte vere, documentate, poi il 20 per cento sono storie che sarebbero potute succedere perché c’erano tutti gli elementi affinché potessero accadere ma non sono successe e il 10 per cento sono completamente inventate da parte mia.
Parla anche di Bob Marley, quanto è stato importante nella musica in generale?
Lo definisco da tempo l’ultimo eroe della musica popolare perché era questo, al di là del suo talento artistico. Lo è ancora sebbene sia scomparso da tanti anni. Un musicista passato da una generazione all’altra, questo testimonia quanto sia stato importante.
Storico conduttore di Stereonotte, com’è il pubblico della notte?
Era bellissimo perché di notte ci sono tante persone che sono sveglie perché scelgono di essere sveglie e tante altre lavorano o non riescono a dormire. C’era un rapporto molto forte con gli ascoltatori, ricordo che qualche ascoltatore alle 5 del mattino ci aspettava in macchina sotto lo studio con i cornetti. Per anni si era detto che la notte la radio non la sentiva nessuno, invece noi dimostrammo che c’era un pubblico enorme. Stereonotte era l’unica trasmissioni dove potevi sentire un certo tipo di musica, è stata un’esperienza importante, molto bella.
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