Certosa Padula, un restauro da 5,8 milioni: online procedura gara
| di Luigi MartinoVale oltre 5,8 milioni di euro la procedura di gara pubblicata da Invitalia per l’affidamento dei lavori di restauro e di fruizione innovativa della Certosa di San Lorenzo, nel Vallo di Diano. «Invitalia opera in qualità di Centrale di Committenza per il Ministero per i beni e le attività culturali – Polo Museale della Campania. Gli interessati – spiega Invitalia in una nota – possono presentare le offerte entro il 14 giugno 2019». I lavori di restauro, finanziati dal Pon “Cultura e Sviluppo” Fesr 2014/2020, prevedono: il rifacimento delle coperture; il consolidamento del cornicione del Chiostro Grande che ne permetterà la fruizione; il restauro dello scalone Monumentale, delle cantine e della Chiesa principale; l’adeguamento degli impianti; il recupero del Parco monumentale della Certosa (muro di cinta, patrimonio botanico e cappella della Maddalena). Sono inoltre previsti interventi per abbattere le barriere architettoniche e per potenziare i servizi all’interno dell’istituto monumentale. La cosiddetta passeggiata coperta sarà rifunzionalizzata; saranno messi a punto percorsi multimediali e dispositivi virtuali a supporto della visita; sarà realizzato un sito web destinato alla fruizione e alla valorizzazione della Certosa di San Lorenzo, oltre a interventi di realtà aumentata. Infine, e’ previsto il restauro del patrimonio librario, dei mobili e degli arredi conservati all’interno della Certosa. Dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1998, la Certosa di San Lorenzo, anche conosciuta come Certosa di Padula, con i suoi 51.500 mq di superficie, e’ uno dei più sontuosi complessi monumentali barocchi d’Italia oltre che uno degli edifici religiosi più grandi del mondo. Il complesso, che sorge ai piedi della collina sulla quale sorge la città di Padula nel Vallo di Diano, comprende tre chiostri, un giardino, un cortile e due chiese. I due piani del Chiostro Grande sono collegati da uno scalone ellittico a doppia rampa, eseguito intorno al 1779, da Gaetano Barba, allievo del Vanvitelli.
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