Chiarimenti del sindaco Pisapia sull’ordinanza karaoke a Casal Velino
| di Marianna ValloneRispetto all’articolo pubblicato in data 4 giugno da questa testata giornalistica, dal titolo «Casal
Velino, la sindaca ferma i karaoke e ‘spegne’ i megafoni agli ambulanti», il sindaco Silvia Pisapia chiarisce alcuni passaggi contenuti nel testo da noi pubblicato.
Scrive: «In particolare, destituita di fondamento è la dichiarazione, riconducibile alla scrivente, nella quale si afferma che “in paese non sarà consentito l’inizio del karaoke in alcuna forma, nemmeno se a richiederlo fosse una celebrità”. Inoltre, falsa è la parte in cui si riporta «ha dichiarato fermamente la prima cittadina. Il messaggio è chiaro: chi desidera esibirsi a squarciagola dovrà farlo altrove”. Ed, ancora, è falso lo scritto secondo cui “La sindaca invita chiunque desideri riprodurre musica live a cerzare altre località per le loro attività”».
«Si premette che la scrivente non ha mai interloquito con chi ha scritto l’articolo. Infatti, quest’ultimo si è limitato ad inventare ed a dedurre affermazioni falsamente attribuite alla scrivente. Prova ne è il fatto che l’ordinanza in parola contiene un divieto riguardante solo la Frazione Marina e, dunque, palesemente falsa è l’affermazione “Karaoke bandito dal territorio comunale”, essendo invece consentito in altre frazioni del Comune. Inoltre, detta misura non è affatto nuova, ma è la semplice riproduzione di un provvedimento adottato già lo scorso anno.
«Si tratta – chiarisce il sindaco Pisapia – di un provvedimento richiesto dalla gran parte dei cittadini e dei commercianti, resosi necessario a seguito dei volumi altissimi con i quali vengono svolte dette attività che, inevitabilmente, coinvolgono anche un pubblico non interessato e presente presso esercizi commerciali limitrofi. In ogni caso, non appartiene alla scrivente tale modo di esercitare la funzione pubblica, quale arrogante imposizione, senza possibilità di discutere e dialogare delle misure adottate.
Per tale ragione, si ritiene che l’articolo in parola, contiene delle affermazioni false e che sia stato redatto al solo fine di ledere all’immagine della scrivente ed a screditarne il ruolo e la figura».
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