«Cilento abbandonato dai giovani», ingegnere Stanziola: «Non è solo fattore economico»
| di RedazioneDopo l’articolo di Repubblica, riproposto sulle colonne di questo giornale, si continua a parlare di «Cilento abbandonato dai giovani». L’argomento tiene banco soprattutto sui social network. Ad intervenire anche Carmelo Stanziola, ingegnere e imprenditore turistico, residente a Centola. Pubblichiamo integralmente il suo pensiero.
È fuorviante pensare che l’esodo giovanile, e non solo, del Cilento sia dettato da un fattore puramente economico.
Le cause vanno ricercate nella marginalità geografica di questa regione che, da sempre mal connessa dal resto della nazione, non ha saputo approfittare dell’ avanzamento delle tecnocologie per riconnettersi ad essa, sia con le infrastrutture della seconda rivoluzione industriale e sia con le possibilità di connessioni della attuale rivoluzione digitale.
L’unica infrastruttura che di recenti lo ha attraversato (ferrovia) è stata usata per favorire l’esodo, ad eccezione del modesto uso inverso fattone al tempo dei Club Med.
L’isolamento, la dispersione dei miseri insediamenti antropizzati, la distanza da centri di sviluppo del pensiero puro, come le università, e di sviluppo delle arti, e in genere di tutto ciò che ha caratterizzato lo sviluppo dell’era moderna (nel bene e nel male) ha determinato e determina la difficoltà e/o impossibilità di un confronto sociale dignitoso ed emancipato.
Il confronto si è ripiegato su se stesso, sulle proprie radici, recenti o molto remote, quasi come unico appiglio più che per scelta consapevole. Come dimostra la scarsa conoscenza che si ha sia della propria storia recente che dei fasti greci che spesso si richiamano.
In questo contesto si è sviluppata, forse non poteva essere altrimenti, la asfissiate mediazione di una politica che si è ritrovata investita di un potere senza aver assunto la consapevolezza e lo spessore nobile del suo ruolo. Essa é quindi scesa, o forse non è mai salita, dal piedistallo di indirizzo nobile, il cui le conquiste sociali nazionali la ponevano, ed è diventa gestione spicciola, che decide chi deve sotto la sua ala emergere o fuori di essa soccombere. Il resto è cronaca nota!
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