Cilento, bracconieri a caccia dei gusci delle tartarughe spiaggiate
| di Luigi MartinoUna tartaruga Caretta Caretta era stata ritrovata morta nel pomeriggio di martedì sul litorale di Capaccio Paestum, in località Licinella. La carcassa era stata avvistata e fotografata da una persona del posto che ha immediatamente avvisato le autorità competenti. Il corpo privo di vita dell’animale però è sparito prima che potesse essere recuperato. Accadono spesso episodi analoghi lungo il litorale Cilentano. I bracconieri vanno a caccia dei carapaci delle tartarughe e li fanno sparire prima dell’arrivo della capitaneria di porto e dei biologi marini. «Ci sono diversi metodi e procedure per ottenere in modo rapido il carapace pulito – spiega chi conosce questa problematica che attanaglia da anni il territorio – c’è chi scava una buca nel terreno e ci sotterra l’animale privo di vita. Poi, dopo qualche mese, tira fuori il guscio e lo pulisce con prodotti chimici per rimuovere le ultime parti della pelle. Un altro metodo – continua l’esperto che preferisce restare anonimo ai nostri microfoni – è quello di aiutarsi con degli arnesi per separare velocemente il corpo della tartaruga da quello che erroneamente viene definito ‘guscio’. Poi, armati di guanti e protezioni, si aiutano con l’acido per pulirlo per bene e dopo passano addirittura a lucidarlo con altri prodotti, sempre chimici».
La Caretta Caretta è in via d’estinzione. Si tratta quindi di una specie protetta da normative internazionali, comunitarie e nazionali. Sia il commercio del carapace che la detenzione comportano sanzioni a carattere sia penale che amministrativo, con annessa denuncia all’autorità giudiziaria. C’è chi possiede ‘gusci’ legali in casa ma il possesso, in questo caso, deve essere legittimato da apposita documentazione.
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