Cilento, concluso il corso ‘Potare lento’: nuove opportunità per inserirsi nel mondo del lavoro
| di Antonio VuoloPresso la sede di Fondazione Banco di Napoli la consegna degli attestati ai partecipanti: 3 donne e 17 uomini, di cui 13 senza occupazione
Venti persone, 3 donne e 17 uomini, tra cui alcuni stranieri e 13 disoccupati che oggi potranno trovare nuove opportunità in un settore che ha una grande richiesta di personale formato. Sono i partecipanti al progetto “Potare Lento, pratiche di potatura dell’Olivo nelle Terre di Ascea per rigenerare il CiLento”, nato con l’obiettivo di formare e inserire nel mondo del lavoro nuovi potatori d’olivo. Un mestiere quasi scomparso, ma essenziale per l’intero ciclo produttivo dell’olio extravergine d’oliva del Cilento.
Far rinascere una professione antica e allo stesso tempo attuale e creare impresa per soddisfare la domanda crescente negli uliveti del Cilento è stata l’idea di partenza. Il primo anno di corsi, con stage, attività teoriche e pratiche, visite in aziende del settore e giardini, si è chiuso con la consegna degli attestati presso la sede della Fondazione Banco di Napoli.
Capofila dell’iniziativa sono la Fondazione Alario per Elea Velia e l’Associazione Premio GreenCare, con il Comune di Ascea che, grazie al contributo di Fondazione Banco di Napoli quale ente finanziatore ha portato a conclusione un progetto che permetterà di creare nuovi posti di lavoro, salvaguardando un mestiere antico e quasi scomparso, che si tramanda di generazione in generazione. Attualmente, il potatore di olivo nel Cilento resta un lavoro con una grande richiesta di manodopera, ma con pochissimi operatori specializzati.
“L’obiettivo del progetto – spiega Monica Esposito, coordinatrice di Potare Lento – era preservare l’antico mestiere del potatore di olivo e del manutentore di giardini, incentivando i giovani ad avvicinarsi ad una antica professione molto richiesta, dando loro anche nozioni più tecniche e tecnologiche, attraverso il supporto di validi docenti provenienti dal mondo universitario, affiancando all’esperienza e alla tradizione anche l’innovazione”.
“Accanto a lezioni teoriche con docenti universitari specializzati nel settore – afferma Federica Palmer, responsabile progetti speciali dell’associazione Premio Green Care – Potare Lento ha portato gli allievi anche a contatto diretto con il mondo del lavoro, conoscendo attività importanti nel settore dei vivaisti, visitando giardini storici della Campania, per mostrare loro il lavoro pratico e le tecniche da mettere in pratica”.
Tutto ciò è stato possibile grazie all’ente finanziatore: “Abbiamo creduto nel progetto Potare Lento e lo abbiamo sostenuto perché coniuga diversi aspetti – conferma Ciro Castaldo, direttore generale della Fondazione Banco di Napoli – e abbiamo seguito e curato tutte le fasi. È un progetto completo, che guarda all’inserimento lavorativo, ma riguarda anche la salvaguardia delle aree interne, il recupero delle tradizioni e dei mestieri antichi. Un progetto che per noi è anche un modello da esportare: lo abbiamo presentato anche a Venezia come esempio virtuoso e caso da promuovere e sostenere in tutta Italia”.
©Riproduzione riservata